Portulaca (Portulaca Oleracea), appartiene alla famiglia delle Portulacaceae, il nome botanico latino significa ‘piccola porta’ per il modo con cui si aprono le capsule.
Conosciuta in varie regioni d’Italia con diversi nomi come: Porcellana o Erba Grassa in Lombardia, Purcacchia nel Lazio, Precacchia in Abruzzo etc.
Nell’antico Egitto era conosciuta come pianta medicinale. Nel bacino del Mediterraneo veniva coltivata fin dal Medievo. Nei giorni d’oggi è considerata una pianta infestante e fastidiosa per chi possiede orti e giardini.
Simile ad una pianta grassa tappezzante di colore verde chiaro, i suoi ramoscelli sono di un rosso sbiadito e nel periodo di giugno fino ottobre presentano delle fioriture.
La Portulaca ha moltissime proprietà nutritive e medicali. E’ diuretica, depurativa, antidiabetica. Nella medicina popolare viene utilizzata per alleviare vomito e diarrea. Ottima per che soffre di enterite acuta, emorroidi e di emorragici post-parto. Ricca di omega 3 e previene malattie cardiovascolari.
Le foglie possono essere utilizzate anche come impacco per punture di insetti, acne e eczema.
La Portulaca, oltre all’utilizzo medicale viene utilizzata in cucina. Ha un sapore salato e acidulo simile al limone, perché ricca di vitamina C. Si può mangiare cruda nell’insalata o abbinata alla rugola, cotta nelle zuppe o frittate. Si può anche conservare in salamoia e usata al pari dei capperi.
E’ importante sapere che ogni tipo di verdura o erba selvatica commestibile, come ad esempio la Portulaca, se consumata fresca e con una cottura brevissima mantengono tutte le proprietà nutritive.
Nella cucina napoletana insieme alla rucola è un binomio quasi inscindibile tra gli ingredienti dell’insalata.
Nella cucina romana nel misto di varie verdure domestiche assume il nome di misticanza o insalata di mescolanza. Anticamente questa misticanza la portavano a casa i frati passando a chiedere l’obolo alle famiglie.
Nella cucina siciliana ‘a purciddana’ oltre che nelle insalate feragostiane è uso comune quello di preparare piccola frittelle di Purciddana, in cui le cime della pianta – immerse in una pastella di farina ed acqua – sono fritte singolarmente in olio ben caldo e poi servite come stuzzichini o antipasti.
Detto ciò, il mio consiglio è di raccogliere le foglioline, sciacquarle, e unirle ad un bel piatto di rugola, pomodorini, scaglie di grana e condire con un filo di olio extravergine d’oliva edun pizzico di sale.
Un piatto fresco, leggero e nutriente!
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