Gluten Sensitivity e le bufale sulla celiachia per moda.

Gluten free, l’allarme dei celiaci per moda.

Sono della scorsa settimana i dati diffusi dalla Nielsen sui consumi di prodotti per celiaci in Italia. Ed è stato subito allarme. A fronte di 600 mila celiaci stimati, sono sei i milioni di Italiani appassionati di gluten free, pronti a spendere fino a 320 milioni di euro per prodotti certificati per alimentazione senza glutine. È partita da questi numeri tutta la prosopopea sullo scandalo di chi si ostina a mangiare prodotti per celiaci pur non essendolo, convinto di alimentarsi in maniera più sana e raggiungere una forma fisica invidiabile. E giù con titoloni di giornali, allarmi degli esperti di turno (che chi sono nessuno lo ha mai saputo), consigli di nutrizionisti dediti con fede improba a convincere i consumatori che “gluten is good”.

I prodotti gluten free ormai coprono anche i must della cucina mediterranea. Credit foto: Mangia&Bevi.

Solo moda o c’è qualcosa in più?

Ebbene, ho dovuto far scorrere alcuni giorni prima di sbollire lo sdegno. Ed aspettare la settimana della celiachia (dal 13 al 21 di Maggio si fa divulgazione e approfondimento di sintomi, ricerche e diagnosi di questa malattia insidiosa) per riorganizzare le idee su un argomento che vivo sulla mia pelle. Ed è proprio il caso di dirlo. Siamo proprio certi che chi si alimenta gluten free, o è celiaco o è un fissato incompetente? Che di certo qualcuno che vuole somigliare a Gwyneth Paltrow tra i sei milioni di spendaccioni lo troviamo. E forse anche più di qualcuno. Ma siamo così certi che l’allontanamento dal glutine sia dettato solo da fissazioni modaiole? O c’è di più? Proviamo a capirci qualcosa.

Cosa è la celiachia.

Innanzitutto iniziamo col demarcare il problema celiachia. Esistono dei cosiddetti marker diagnostici (generalmente analisi del sangue e della mucosa gastrica) che sono in grado di certificare se un soggetto è affetto da celiachia oppure no. In chi è celiaco le proteine complesse del grano (così come di tutti gli alimenti che contengono glutine) attaccano il sistema immunitario a livello di mucosa dell’intestino tenue, innescando una serie di reazioni a catena capaci di scatenare malattie di varia entità. Anche autoimmuni. Anche molto gravi.

I simboli che contraddistinguono gli alimenti per celiaci. Credit foto: Massa Magra.

Sintomi e diffusione della malattia.

L’evoluzione dei casi diagnosticati arriva quasi all’ 1% della popolazione mondiale, con le donne generalmente più colpite rispetto agli uomini. La celiachia però è una malattia subdola. Non sempre si manifesta con gli stessi sintomi, non sempre questi sono a carico dell’apparato gastrointestinale e spesso è asintomatica. Per questo la sua diagnosi è così difficile e per questo molte persone sono celiache senza sapere di esserlo. Certo è difficile, sia per il paziente che per il medico di famiglia, ricondurre rush cutanei, diabete, anemia, tiroiditi o psoriasi ad un possibile caso di celiachia. Ma tant’è.

Poi ci sono le categorie non standardizzabili.
Per chi ad esempio ha ridotto o totalmente eliminato il glutine dalla propria dieta perché da solo ha appurato di vivere meglio, non esiste marcatore scientifico di sorta capace di certificare il suo stato di celiachia, anche in presenza di malattia. Stessa cosa vale per soggetti celiaci, ma asintomatici.

Tutti i cereali che contengono glutine. Credit foto: In Cucina Senza Glutine.

Gluten Sensitivity Syndrome, l’altra celiachia.

E poi ci sono i malati immaginari. O almeno quelli che fino a vent’anni fa erano considerati tali o, nella migliore delle ipotesi, malati da stress. Sintomi diversi, legati a stati d’ansia o difficoltà di concentrazione, specie dopo mangiato; spossatezza, stati di anemia solo minimamente recuperabili con cure ad hoc; problemi di gonfiori addominali, coliche intestinali, perenni problemi di digestione; dermatiti o continue intolleranze alimentari. Questo e molto altro oggi è finalmente ricondotto ad una sindrome che ti fa vivere a vita come un celiaco, pur non essendo affetto da questa malattia. Si chiama Gluten Sensitivity Syndrome o Sindrome da Sensibilità al Glutine Non Celiaca.

Il riso, nelle sue varietà, è un alimento di per sé privo di glutine. Credit foto: Piaceri Mediterranei.

Ricerche scientifiche internazionali sulla Sensibilità al Glutine Non Celiaca.

Si stimano almeno 3 persone su 10 con una potenziale affezione da Gluten Sensitivity. Almeno secondo le più recenti stime effettuate nell’ambito di un progetto di ricerca che finalmente ha iniziato a sgomberare il campo dai dubbi e dalla disinformazione. Sembra infatti essere stata individuata una base biologica tra i fattori scatenanti di questa sindrome, grazie al lavoro di una equipe di ricerca internazionale di cui fanno parte gli italiani Umberto Volta e Roberto Di Giorgio dell’Università di Bologna. Un lavoro, questo, che ha ricevuto la pubblicazione su Gut, la più autorevole rivista scientifica internazionale in tema di gastroenterologia ed epatologia.

L’intestino permeabile sembra essere la causa della Sensibilità al Glutine.

Si parla di Intestino Permeabile come del colpevole per i tanti soggetti sensibili al glutine. Sono soggetti con una mucosa intestinale meno selettiva rispetto alla norma, che assicurerebbe una maggiore permeabilità tanto ai nutrienti quanto ai batteri. Da qui l’aumento della risposta immunitaria, così rafforzata da aver dato marcatori di danno alle cellule intestinali addirittura più elevati dei soggetti celiaci. Quale è la soluzione? La stessa prevista per la celiachia, anche se meno intransigente: l’eliminazione del glutine.

La quinoa,nelle sue varietà bianca, nera e rossa, è un ottimo cerele non cereale, privo di glutine. Credit foto: Rancho Gordo

Come diagnosticare la Gluten Sensitivity Syndrome.

Attenzione però. Non si è ancora arrivati a mettere a punto un sistema diagnostico che abbia valenza scientifica e, in attesa di questo, l’individuazione della Gluten Sensitivity va fatta per esclusione, ossia avendo eliminato prima tutte le altre cause riconducibili ai sintomi denunciati. Solo a questo punto la dieta gluten free si manifesta come la soluzione liberatoria per soggetti che nell’arco di sei mesi (ma vi assicuro, anche molto prima!) possono tornare a riassaporare una buona qualità della vita. Quindi bando a tutto ciò che per natura contiene glutine, preferendo alimenti che di per sé ne sono privi: dal riso al mais, dalla quinoa al grano saraceno, dalla soia edamame al miglio. Per buona pace di coloro che si fermano ai titoloni o che ti invitano a lasciare il ristorante “se sei fissato con le tue manie”.

di Tamara Gori

Fonti:

Fondazione Umberto Veronesi

GUT

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