L’«haiku », come è noto, è una forma poetica giapponese risalente al XVII secolo che si sviluppa generalmente su tre versi rispettivamente di 5, 7 e 5 sillabe, complessivamente 17. A dire il vero non deve parlarsi di sillabe bensì di ‘more’.
Un genere poetico, questo degli haiku cui si affezionarono alcuni scrittori del secolo scorso come Rainer Maria Rilke, Giuseppe Ungaretti e Salvatore Quasimodo.
Questi haiku gastronomici che seguono sono di Maria Sebregondi.
Vol-au-vent
(dieci haiku volanti nel vento)1
1 Ne “Il Caffè illustrato”
pasta di vento
gremita di pernici
stormo migrante.
tappeto volante
rigogliose rigaglie
gorgoglio ardente.
soffio di crema
negli interni golosi
aura che trema.
caldo sussurro
nei vapori del forno
nubi di burro.
salto di quaglia
sull’ala della mano
fragile scaglia.
pallidi scampi
inondati di rosa
dati agli scampi.
muschio odoroso
di fungo e di tartufo
bosco spumoso.
golose feste
sfoglia celeste.
di animule blandule
soffici bianchi
negli strati friabili
voli di granchi.
lingua perlata
guizzante sulla soglia
papille alate.
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