I ceci sono ricchi di calorie, contengono benefici grassi insaturi e offrono un buon apporto di proteine, le loro qualità nutrizionali ne fanno un cibo prezioso per affrontare i mesi più freddi e i momenti di intensa attività, ma li rendono anche adatti in caso di stanchezza e nella prevenzione di malattie circolatorie.
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Molto coltivati in Asia occidentale, luogo di origine, in Italia vengono prodotti in aree limitate, localizzate in parte nelle regioni centrali e soprattutto nelle regioni meridionali e insulari.
I semi sono sferici, più o meno grandi e lisci, generalmente di colore paglierino. Tradizionalmente la raccolta si fa estirpando le piante e lasciandole essiccare in campo; la sgranatura viene fatta poi a mano o con la sgranatrice.
Il panorama delle varietà non è molto ricco. Sul mercato italiano, dove il legume è consumato soprattutto intero, la richiesta è di ceci a seme grosso.
L’impiego in cucina dei ceci fin dall’antichità ha dato origine a diverse preparazioni tradizionali regionali, dove i ceci sono utilizzati sia in forma di farina (come la farinata ligure o alla panissa), sia interi, dopo l’ammollo e la cottura, soprattutto in zuppe e minestre.
Si possono trovare già lessati e pronti per la consumazione, oppure secchi.
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Nel primo caso vanno semplicemente sgocciolati e, se in scatola, passati sotto l’acqua corrente; nel secondo caso vanno posti in ammollo per circa 12 ore, periodo durante il quale raddoppiano di peso. Al termine dell’ammollo vanno lessati in acqua bollente salata, a piacere profumata con salvia e rosmarino, per poi essere usati nelle varie ricette.
All’acquisto dei ceci essiccati, controllare che i semi siano integri, senza fori o spaccature, e che non siano presenti sostanze estranee.
Sia i ceci lessati che inscatolati si conservano in un luogo fresco e asciutto secondo il termine di scadenze, che deve essere indicato sulle confezioni. Se i ceci sono stati acquistati già cotti, una volta aperta la confezioni si tengono in frigorifero e si consumano nell’arco di 2 o 3 giorni.
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