C'era una volta

La mela d’oriente, il Loto del Giappone, il frutto emblema dell’inverno: Cachi con la panna

Cachi, un po’ di storia

L’origine dell’albero dei cachi è asiatica, proviene dalle regioni calde, quasi certamente dalla Cina, e risulta diffuso e coltivato in modo intensivo in Giappone fin dall’antichità, può vantare di una tradizione millenaria. Giunge in Europa a fine 700, importato da un inglese, il direttore del Giardino Botanico di Calcutta.

In Italia, in Europa e in America farà la sua comparsa a metà 1800. In particolare nel 1870 viene piantato un albero di cachi nel Giardino Botanico di Boboli, qualche anno dopo lo troviamo nell’Orto Botanico di Palermo e nel 1916 ci risulta un diosporeto impiantato in Campania. Tra i produttori troviamo anche il Veneto e l’Emilia Romagna. In Sicilia, il cachi è importante dal punto di vista economico, grazie al cachi prodotto a Misilmeri ed esportato in tutto il mondo.

Alla definizione del passato cibo degli dei, riferito al sapore particolare, all’indicazione il frumento di Giove, per sottolineare l’importanza del frutto nell’alimentazione, si aggiunge il tipico colore arancio del frutto, che riporta alla terra arida dalla quale prende l’avvio e si sviluppa la pianta.

La pianta dei cachi

Il cachi, considerato, in un primo momento, pianta ornamentale, solo successivamente venne apprezzato per i frutti sferici, dorati e zuccherini e per il duro legno. Pianta longeva, vive fino ai 40 anni, dona frutti considerati ecologici, poiché la pianta non necessità di trattamenti antiparassitari.

La polpa dei cachi è gelatinosa, morbida e cremosa. In genere i frutti, tipicamente autunnali, vengono raccolti acerbi e fatti maturare in soffitta, per eliminare l’effetto astringente provocato dai tannini, che danno la percezione di “bocca legata”. Durante la maturazione, la quantità degli zuccheri aumenta, mentre si riduce la quantità dei tannini.

Oggi troviamo la pianta dei cachi coltivata prevalentemente in Campania e in Emilia Romagna. Di media grandezza, aperta e tondeggiante si adatta bene a vari tipi di terreno. Si presenta con la corteccia grigio scuro e rugosa, non mostra difficoltà, non viene attaccata dai parassiti, non teme il freddo. Le sue foglie, ovali, ampie, lucide, di color verde, donano una chioma compatta, variano di colore, dall’arancio al giallo, fino a raggiungere il rosso. E’ bene esporre la piante in zone soleggiate, al riparo dai venti e dalle gelate tardive. La sua produzione è generosa.

Tra le varietà più comuni troviamo il Loto di Romagna, che regala polpa dura e frutti dai colori gialli-arancio, e Vaniglia di Campania, con polpa morbida e dal color rosso-arancio.

Per la salute: proprietà benefiche dei cachi

Il frutto del cachi rappresenta la stagione “di passaggio”, l’autunno, che in genere porta spossatezza e stress psicofisico. Grazie ai valori nutrizionali e alle proprietà, il cachi rappresenta un rimedio efficace per bambini, anziani e per chi ama lo sport.

Frutto altamente energetico, ricchissimo di glucosio e fruttosio, contiene calcio, vitamine A, B1 e C.

I cachi sono ricchi di sali minerali, potassio in testa, prezioso per le caratteristiche proprietà diuretiche e depurative, al quale si aggiungono fosforo, magnesio, sodio. Il contenuto in fibre rende il frutto un ottimo rimedio naturale contro la stitichezza grazie alle proprietà lassative.

E’ consigliato il consumo del frutto a crudo, che garantisce un buon apporto di vitamine e sali minerali, garantendo un sicuro effetto.

Il cachi è suggerito in presenza di disturbi epatici e nelle cure antibiotiche, che potrebbero compromettere la flora intestinale. Esercita, inoltre, attività protettiva verso la milza, pancreas, stomaco e intestino tenue.

Eccellente rimedio naturale contro lo stress, il cachi è segnalato in caso di stanchezza e astenia. Da non sottovalutare il dato dei 100 grammi di cachi, che forniscono 65-70 kcalorie.

Il consumo di cachi è sconsigliato a chi soffre di diabete o di obesità, ma fortemente raccomandato in situazioni di inappetenza e stress psicofisico.

Cachi, alleati della bellezza

I cachi sono frutti autunnali, dalle molte proprietà benefiche, utilizzati in più modi, li troviamo anche nella bellezza, in particolare nelle diete si prestano, grazie alle loro caratteristiche nutrizionali, all’inserimento nelle diete depurative, disintossicanti, drenanti, ma anche nelle diete che hanno come base la frutta.

l cachi, per le loro notevoli proprietà, sono ingredienti apprezzati in cosmesi. Si può utilizzare semplicemente la polpa oppure la polpa potrà essere accompagnata da altri ingredienti. Preservano l’elasticità della pelle, la idratano, la purificano, le donano luminosità, impediscono il processo di degenerazione legato alla produzione di collagene, rallentando l’invecchiamento cutaneo, favoriscono un’azione anti-age e antimacchie.

Alcune ricette per realizzare maschere di bellezza con i kaki

  • idratare e illuminare la pelle del viso con i cachi

Schiacciate con una forchetta la polpa di 1 cachi per ridurla in poltiglia. Spalmarla sul viso e lasciarla agire per 20 minuti. Sciacquate con acqua tiepida.

  • anti-age con cachi, miele e caffè

Frullate la polpa di ½ cachi maturo unito a un cucchiaio di miele. Versare una tazzina di caffè e amalgamare. Stendere la maschera ottenuta sul viso per 20 minuti. Sciacquate con acqua tiepida.

  • purificare e idratare la pelle con cachi e argilla bianca caolino

Frullate ½ cachi con un cucchiaio di argilla bianca caolino. Versate e amalgamate due gocce di olio essenziale di rosmarino o di lavanda. Stendete la maschera sul viso e lasciatela agire per 20 minuti. Risciacquate con acqua tiepida.

  • per eliminare le macchie scure dal viso
    Frullate la polpa di kaki con un cucchiaio di olio di rosa mosqueta e due gocce di olio essenziale puro di limone. Applicate la maschera sul viso per 20 minuti.
    Risciacquate con acqua tiepida.

Cachi, curiosità

In Giappone, il cachi è utilizzato per la preparazione di vini a basso grado alcolico e per la realizzazione del sakè.

Il cachi, o kaki, rappresenta il simbolo della pace dal secondo nel dopoguerra. In effetti, solo pochi di alberi sopravvissero alla distruzione, dopo l’esplosione atomica di Nagasaki.

L’origine del nome

  • Kaki è in lingua giapponese uguale al suono
  • In Sicilia appare con l’accento finale, cachì
  • Cachino nel Lazio
  • Diospero o loto è il nome usato in altre regioni italiane
  • Caco è la variante popolare di cachi

Giuseppe Verdi, è stato uno degli estimatori, conquistato dal sapore dolce dei cachi.

Tra i suoi rami non si può nidificare

Il legno del cachi è ottimo come legna da ardere le sue foglie, ghiacciate, sono uno spettacolo

Legno e foglie sono un prezioso fertilizzante

I cachi sono stati i protagonisti di una canzone, La terra dei cachi, diventata famosa, e  con la quale esordirono Elio e le Storie Tese al Festival di Sanremo nel 1996.

I cachi in cucina

I cachi sono un ottimo alleato in cucina utilizzato per la preparazione di ottime ricette dolci e salate. Non trova uso in pasticceria, per la facile deperibilità.

La varietà più comune in Italia è il Loto di Romagna. Frutti ottimi per marmellate, gelatine di frutta e crostate, sono ideali come dessert.

Il frutto di cachi va consumato a maturazione completa. La polpa, flaccida e gelatinosa, può esser mangiata con il cucchiaio, oppure si utilizza nelle centrifughe di frutta, macedonie, per insaporire lo yogurt e nella produzione del gelato. Oltre al naturale possono essere gustati con zucchero e champagne.

Una volta acquistato ancora acerbo, si può accelerare la maturazione accostandolo alle mele, pere o banane.

Da sottolineare la diversità del cachi mela o vaniglia, che assomiglia alla mela per forma e la polpa soda, si presta a essere tagliato a fette, pur mantenendo il sapore tipico del cachi.

Cachi con la panna

Ricetta di Lorena Fiorini

Ingredienti per quattro persone

  • 4 cachi
  • 150 g di panna montata
  • 1 bicchiere di latte
  • 8 cucchiai di zucchero
  • 4 cucchiai di brandy
  • 2 cucchiai di farina
  • 1 limone
  • 1 cucchiaio di burro
  • 4 ciliegine candite

Lavate e asciugate i cachi, tagliate la calotta, scavate con un cucchiaio e asportate con cautela la polpa, facendo attenzione a non rovinare la parte esterna del frutto. Sistemare la polpa in una terrina, aggiungere 4 cucchiai di zucchero e il brandy, mischiate e lasciate macerare il tutto.

In un tegamino sciogliete nel latte, versato un po’ alla volta, farina, i 4 cucchiai residui dello zucchero e la scorza grattugiata del limone. Successivamente inserire il burro. Mischiate, portate il composto a ebollizione, lasciate raffreddare, rimestando in continuazione. Aggiungete la polpa dei cachi, amalgamate, versare il composto nello spazio vuoto dei cachi, che verranno ricoperti di panna montata. Infine aggiungete le ciliegine candite. Spostare i frutti in frigorifero fino al momento di spostarli in tavola.

Un cartello in un mercato rionale di Roma davanti a una cassetta di meravigliosi cachi:

cachi alla vaniglia
buoni per la mamma e per la figlia
e io ho aggiunto:
e per tutta la famiglia!

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Lorena Fiorini

Lorena Fiorini, aretina di nascita, vive a Roma, ha lavorato alla RAI. Laureata in psicologia, collabora con testate periodiche, è Presidente del Premio Letterario “Donne tra ricordi e futuro” e dell’Associazione Culturale “Scrivi la tua storia”. Allieva di Stanislao Nievo, insegna scrittura creativa. E’ capo redattore del Notiziario della Fondazione W Ale. Fa parte della FIDAPA BPW Italy fin dal 1996, è stata Presidente della sezione Roma nel biennio 2013/2015, attualmente riveste la carica di consigliera. Ha pubblicato numerosi libri tra cui: “Vita in campagna, ambiente e gastronomia”, “Betty sono Bruno”, “Il grande libro del pane”, “Mele e torte di mele”, “Le incredibili virtù degli agrumi”, “Il peperoncino”.

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