Alta Marea

La pasta alla “Surriento” tipica pugliese (altrimenti detta alla Pizzaiola)

Da madre a figlia, di bocca in bocca si tramandano notizie e abitudini, ricette e modi di dire che trovano origine nella notte dei tempi.

Si accettano così come sono, perché  così sono e…non ci si chiede mai il perché. Succede poi che Qualcuno ti chieda di mettere per iscritto qualcosa della tua storia e devi dare veridicità e credenza a ciò che hai sempre accettato come buono senza farti troppe domande . Ed il ricordo inconsciamente riesumato, nella sua fredda rielaborazione, si stende alla tua attenzione come una sorta di contratto per adesione.  Ma è lì che ti chiedi i perché o i come…. di quella magnifica tiella di pasta che si preparava in quei giorni in cui, senza troppo preavviso si riunivano i più della famiglia. Ci si domandava : che cosa cuciniamo? Beh, vit vit: la pasta alla “surriento”.

Solo oggi, dico oggi, in questo preciso momento mi sono posta la domanda di cosa lessicalmente e semanticamente voglia dire  “surriento”.

Si tratta di una  dialettale trascrizione della bellissima città di Sorrento?

Ho fatto delle brevi ricerche, ma la pasta alla sorrentina è tutt’altra cosa.

La cosa più facile è stato fare ricorso ad una mia zia, sorella di mia madre, gagliarda signora di 88 anni che in piena lucidità della sua memoria mi ha risposto che : la pasta alla surriento era stata così battezzata da una sua zia acquisita, ottima cuoca che in realtà si riferiva alla pasta alla pizzaiola pugliese da lei stessa rivisitata e resa un pochino diversa dall’originale quasi per giustificarne, con l’ufficialità del nome, una nuova ed inusitata fattura culinaria. Del resto, così è avvenuto con le tante francesizzazioni di squisiti piatti italianissimi nati dalla creatività e dall’improvvisazione!

La differenza più eclatante era la sostituzione dei bucatini con gli ziti,  cui si aggiunge la mancanza di olive e mozzarella.  In Puglia la trafilatura e il tipo di pasta è oggetto di disquisizioni di livello e fa la differenza nei condimenti.

Bene! Questa mia parente, le cui preparazioni erano degne di essere presentate ai più raffinati buongustai, sostituì il tipo di pasta dando alla tiella infornata un tocco totalmente diverso e molto gradito.

Gli ingredienti sono estremamente semplici, ma vi assicuro che il risultato è gustoso.

Per prima cosa bisogna fornirci degli ingredienti:

  • ½ kg di ziti
  • Per la salsa
  • Olio q.b.
  • Basilico
  • Sale q.b.
  • Pomodoro passato.

Per condimento:

  • Pane grattugiato, meglio se fatto a casa con pane secco
  • 1 spicchio di aglio liberato dell’anima
  • 2 cucchiai di capperi
  • Basilico
  • Prezzemolo
  • Formaggio parmigiano o pecorino o un mix
  • Origano
  • Sale q.b.
  • Olio.

Allora mentre si cuoce la salsa nella quale avremo messo anche qualche foglia di basilico , prepariamo il condimento da aggiungere agli ziti che avremo spezzato in più parti della lunghezza di 5/6 cm.

In una ciotola preparate un trito di prezzemolo, basilico e aggiungete origano 2 cucciai di capperi ben scolati, il parmigiano o il pecorino o tutti e due e il pane grattugiato.

Quando l’acqua bolle versate gli ziti e scolateli ancora molto al dente.

Mettete gli ziti in una ciotola grande, versate la salsa che avrete aggiustato di sale e, se necessario, di zucchero  e conditeli ben bene.

A questo punto versate abbondante olio a crudo, girate la pasta e aggiungete il pangrattato e tutti i condimenti , lasciandone una quantità bastante da mettere sopra la tiella.

Condite ben bene il tutto e mettetelo in un tegame adatto di coccio o di alluminio ( vietato acciaio ecc).

Sistemate la tiella e versate sopra il restante condimento e un giro di olio. Infornate a 200° in forno statico. Quando vedrete una bella crosticina dorata sopra il tegame, spegnete il forno, fate “rassettare” la tiella e servite in

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Maria Antonietta Gaballo

Maria Antonietta Gaballo, nata a Trani (BT) il 10/09/1948, residente a Civitavecchia e, per i cinque mesi estivi,in Grecia. Laurea in lettere e filosofia conseguita con il massimo dei voti il 18/07/1970 presso l’Università “Sapienza “ di Roma. E’ assistente presso la facoltà di Antropologia Culturale con la Prof.ssa Ida Magli per circa 2 anni, ma, suo malgrado, è costretta ad abbandonare quando entra in ruolo vincitrice di concorso,, presso la scuola secondaria di Primo Grado nell’anno 1972 come docente di materie letterarie. Come vincitrice di concorso ottiene la cattedra di Italiano e Latino presso il Liceo scientifico di Tarquinia e vi rimane fino all’anno scolastico 1996/1997. Nel 1988 da vita alla libreria “Dettagli” in Civitavecchia che diventa punto di riferimento di incontri letterari e culturali nella città. Nei primi anni ‘80 entra nel volontariato come Infermiera volontaria di CRI, è viceispettrice del Comitato di Civitavecchia. Nel 1998, con il Grado di Maggiore, è nominata Responsabile Nazionale delle Infermiere Volontarie di CRI. Nel novembre/dicembre !997 è in prima linea nell’emergenza per il terremoto Marche Umbria e per questo verrà insignita del diploma di benemerenza con medaglia dal Ministero dell’Interno con firma dell’allora Ministro Giorgio Napolitano nel luglio del 1998. Nel giugno del 1999 è Istruttrice DIU e, in seguito, Istruttrice Qualificata DIU nei conflitti armati. Nel 2001 consegue il Diploma di Specialista PSOs come Osservatore e controllore Militare per operazioni di Peace Keeping ovvero operazioni militari diverse dalla guerra. Ama la storia, i viaggi, i popoli. Ama la vita… e la cucina!

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