Funghi che in questo periodo, negli anni precedenti, avevano già fatto la loro comparsa sui monti, per la felicità dei cercatori.
E non sono certo d’aiuto i temporali estivi “effetto uragano”, che sempre più frequentemente si abbattono sulla penisola. I terreni sono talmente secchi che non riescono ad assorbire e trattenere la spropositata quantità d’acqua che cade in poche ore. L’acqua scivola via, come sull’asfalto, ed in poco tempo siamo peggio di prima. Presi a fronteggiare due calamità: i danni causati da straripamenti ed inondazioni, ed ancora i terreni aridi ed asciutti.
La siccità prolungata, che spacca la terra anche al riparo delle piante, il riscaldamento globale, la tropicalizzazione dell’Italia, gli anticicloni roventi che arrivano dall’Africa e si spingono fino alle Alpi, Brunella Giovaram giornalista di Repubblica ha provato a tracciare una mappa, questi i risultati, scoraggianti: “poco o niente in Trentino, qualcosa (ma solo finferli) in Alto Adige. Poco in Valtellina e Valle Intelvi. E pure in Piemonte, scarso raccolto nelle valli del Canavese e di Lanzo, una “buttata” nel Biellese, conferma Angelo Giovinazzo di FunghiTrivero-Italy.com, «dopo sette bolle di calore ». Nel Piemonte del sud, nei boschi di Garessio e di Ormea, poca roba, e niente sul versante ligure, sul Sassello o sul Monte Beigua”.
Scendendo la penisola le cose non vanno meglio, anzi. Leggendo dal Blog Funghi Teramani, Bruno scrive “Oggi sono salito a farmi una passeggiata al Ceppo, sono andato a visitare le sorgenti che scendono sul lato sinistro del Castellano, lì si formano delle zone fortemente umide e muscose e qualche funghetto si trova sempre. Infatti qualche esemplare da inviare agli amici specialisti è venuto fuori ma solo a contatto quasi dell’acqua, tutto il resto è tremendamente secco e l’aspetto più preoccupante è quello di aver visto i faggi di prima quota fortemente sofferenti tanto da iniziare a perdere le foglie come in autunno. Salendo lungo la provinciale del Ceppo si notato tante piante oramai secche, sensazioni brutte di impotenza e di preoccupazioni non avendo nemmeno la certezza che presto finirà, forse il caldo sì ma la siccità sarà lunga. Parlare di funghi con le notizie di incendi e scarsità d’acqua per i greggi pascolanti sui prati montani sembrerebbe una mancanza di responsabilità ed allora aspettiamo che le cose cambino”.
Ed allora, aspettiamo anche noi. Fiduciosi che le cose possano migliorare. Perchè una bella mangiata di funghi, abbinata ad un buon vino, a fine estate, ci stava tutta!
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