Quando si parla di cibo industriale viene subito da pensare ad un tipo di cibo molto meno salutare di quello naturale. Nella maggior parte dei casi, questo ragionamento è corretto. Anche se alle volte si arriva a questa conclusione senza conoscere realmente la differenza tra i cibi industriali e quelli naturali. Vediamo, dunque, di scendere più nel dettaglio e di capire cosa è che rende i cibi naturali migliori rispetto a quelli industriali.
In primo luogo, è necessario tenere conto del fatto che il cibo industriale deve fare i conti con una preparazione e una lavorazione molto più lunga di quello naturale. Proprio nelle fasi di lavorazione possono nascondersi elementi che potrebbero renderlo non troppo sano. In buona sostanza, i cibi processati sono plausibilmente meno salutari di quelli naturali. Basti pensare al fatto che proprio questi cibi vengono confezionati nei cosiddetti lotti. E la preparazione è identica in ogni parte del mondo. Inoltre, per essere conservati il più a lungo possibile vengono sfruttate le proprietà degli additivi.
In linea di massima, basterebbe fermarsi qua per capire che i cibi naturali sono migliori rispetto a quelli industriali. In realtà, sono molte di più le motivazioni che dovrebbero spingerci a non consumare cibi industriali. E sono tutte legate agli ingredienti che vengono utilizzati per prepararli. Riguardo ai cibi industriali, è utile tenere conto del fatto che non influiscono solo sulla salute fisica ma anche su quella psicologica. Dipendentemente dalle sostanze che si assumono, infatti, l’umore può variare notevolmente e pare anche che la memoria potrebbe risentirne. Insomma, sembra proprio che sarebbe meglio stare lontani il più possibile dai cibi industriali.
Ma vediamo di scendere più nel dettaglio e di scoprire quali sono le informazioni che non si sanno in merito a questi alimenti e scoprire la differenza tra cibo industriale e naturale.
Stando a recenti ricerche, pare che i cibi industriali possano scatenare una vera e propria dipendenza. Sembra, infatti, che i processi attraverso i quali vengono realizzati modifichino o addirittura eliminino importantissimi componenti. Tra questi ci sono, ad esempio, l’acqua e le fibre. In buona sostanza, viene totalmente rivoluzionato il modo in cui l’organismo assimila i cibi. Inoltre, è interessante tenere conto del fatto che i cibi industriali contengono la dopamina.
Una volta assimilata, ci fa stare bene ma, allo stesso tempo, fa aumentare il desiderio di mangiare ancora cibo. Proprio per questo motivo, tali cibi rischiano di portare all’obesità. Non è, però, solo la dopamina la responsabile di una simile deriva. Negli alimenti industriali, infatti, sono contenuti anche il glutammato cosiddetto monopodico e lo sciroppo di fruttosio/glucosio che serve per addolcire.
Tra l’altro, non è neanche da trascurare il fatto che i cibi che contengono carboidrati cosiddetti raffinati potrebbero influire in maniera negativa sulla glicemia, provocando scompensi importanti. Risulta essere paradossale, poi, il fatto che, nonostante nei cibi industriali siano contenute moltissime sostanze nutritive, altre sono del tutto assenti. Tali carenze riguardano principalmente i sali minerali e le vitamine. Consumando questa tipologia di cibi, pertanto, si rischia di dover fare i conti con una dieta del tutto sbilanciata e di certo niente affatto salutare.
Le conseguenze potrebbero essere di vario tipo. Si può andare dalle complicazioni a livello digestivo fino ad arrivare a patologie molto più complesse. Di sicuro, i microrganismi che si trovano in questi cibi hanno un impatto devastante sia sull’apparato digerente che sull’intestino. A risentirne in maggior misura è la flora intestinale il cui equilibrio viene totalmente messo a repentaglio, lasciando spazio alla fame improvvisa e ingestibile e a malattie di natura cronica.
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