Mangiare grassi non fa male. E' la conclusione di uno studio durato 10 anni.

Diciamo la verità, molti di noi lo speravano. Alcuni lo pensavano. I più arditi lo “sapevano”. Mangiare carne, formaggi e grassi animali in genere non fa male! Ma fintanto che eminenti studiosi affermavano il contrario la battaglia era impari. Ora, a supporto degli amanti del mangiare sano, naturale, ma anche “bene”, arriva uno studio presentato a Barcellona nel corso del congresso europeo di cardiologia.

Tra i principali tagli di carne bovina, Fiorentina. Photo credit: Carni De Mattia.

Mangiare grassi non fa male: lo studio dell’Università di Hamilton

Si tratta di uno studio condotto per dodici anni su oltre 154 mila persone tra i 35 e i 70 anni, arruolati tra il 2003 e il 2013 in 18 paesi ad alto, medio e basso reddito dei cinque continenti. Insomma una cosa seria, una delle ricerche epidemiologiche più ampie e complete sull’argomento.

Le conclusioni dell’indagine, durata ben 10 anni, ribaltano molte delle linee guida sulla salute cardiaca. Lo studio PURE (Prospective Urban Rural Epidemiology), è stato condotto dall’Università di Hamilton, in Canada, ed i ricercatori della McMaster University di Hamilton sostengono che non siano la carne ed i grassi, ma un menu troppo ricco di carboidrati, ad aumentare le possibilità di morte prematura.

Proteine o carboidrati? Photo credit: IlSole24Ore Salute.

Questi alcuni dati della ricerca: 5796 decessi e 4784 eventi. I ricercatori sottolineano come gli individui posizionati nella classe ad “alto consumo di carboidrati” hanno registrato un rischio di mortalità superiore del 28 per cento, rispetto a quelli della classe con “basso consumo di zuccheri”, ma non un maggior rischio cardiovascolare. Viceversa, gli individui nella fascia alta del consumo di grassi mostravano una riduzione del 23 per cento del rischio di mortalità totale, ma anche una riduzione del 18 per cento del rischio di ictus e del 30 per cento del rischio di mortalità per cause non cardiovascolari.

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Mangiare grassi non fa male: i dati dello studio

A ciascun tipo di grasso è associata una riduzione del rischio di mortalità:

  • – 14 % per i grassi saturi;
  • – 19 % per i grassi monoinsaturi;
  • – 29 % per quelli polinsaturi.

Ad una maggiore assunzione di grassi saturi è associata una riduzione del 21 per cento del rischio di ictus.

La mia convinzione, del tutto personale ovviamente, è che attenersi alla cara dieta mediterranea, senza lasciarsi abbindolare dalle mode del momento, sia la soluzione migliore per tutelare il nostro benessere psicofisico.

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Alessandro Angelelli

Innovation Analysis & Marketing Manager | Direttore di Moondo | Ti supporto nell'implementare l'innovazione digitale in azienda.

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