La storia dell’anguria
L’anguria proviene dall’Africa, precisamente dalla valle del Nilo. Oggi la troviamo nell’Africa tropicale e meridionale.
Riscontriamo testimonianze dell’anguria nell’antico Egitto, originato dal seme del dio Seth, sepolto nelle tombe dei faraoni e che sarebbe servito nell’aldilà. Lo ritroviamo nei geroglifici di cinquemila anni fa. I nobili l’offrivano agli ospiti per dare loro ristoro dalle fatiche e dalla sete.
Dell’anguria si legge nella Bibbia, là dove è scritto che gli Ebrei nel deserto del Sinai rimpiangevano l’anguria mangiata in Egitto.
L’anguria venne introdotta in Europa, probabilmente a opera degli Arabi, dopo il XII secolo.
Troviamo traccia dei frutti anche nella Bibbia dove gli Ebrei, nel deserto del Sinai, si dolevano della mancanza dei frutti mangiati in Egitto.
Nella civiltà greca l’anguria veniva chiamata con lo stesso nome del cetriolo.
Nel mondo latino troviamo l’anguria fino a Virgilio, mentre Plinio intende per cucumis il cocomero.
In Europa troviamo l’anguria dopo le Crociate e le invasioni moresche.
L’anguria l’ammiriamo nei quadri di Caravaggio e Matisse.
Anguria o cocomero? Il cocomero è nome utilizzato nell’Italia centrale e meridionale, mentre l’anguria è nome tipico del nord Italia.
I due nomi sono rapportati al cetriolo dal quale derivano i nomi: cocomero deriva dal latino cucumis, anguria si rifà al greco antico angurion.
Si differenzia dagli altri frutti per le sue particolarità, che sono le dimensioni, il peso, la grandezza e la lunghezza appaiono notevoli. La forma è tondeggiante od ovale.
La pianta, appartiene alla famiglia delle Curcubitaceae, è erbacea, con il fusto rampicante e foglie grandi e pelose, i fiori sono femminili e maschili, i frutti presentano la corteccia dura, il colore verde brillante con striature di verde chiaro o macchie giallastre o bianche. La polpa è rossa e zuccherina, i semi variano dal nero al giallo, al bianco.
Esistono circa 50 specie di anguria differenti per forma, dimensioni e colore, dalla buccia e dalla polpa croccante.
La produzione è riservata ai mesi giugno, luglio, agosto. Si trovano nei mercati a maggio, giugno, luglio, agosto, settembre.
Le zone tipiche di produzione sono la Puglia, Latina e il Lazio, la pianura padana.
Il frutto predilige il clima temperato-caldo, ama luce e acqua in abbondanza. Produce fino a 100 frutti.
Le varietà principali sono: Sugar baby, di piccola pezzatura, a forma rotonda, scorza sottile, di colore verde scuro, arriva a maturazione a luglio, pesa dai tre ai quattro chili. Crimson Sweet, pezzatura grossa, dai 10 ai 12 chili, forma sferico-ovale, scorza verde chiaro, striato. Sweet Meat, varietà tardiva dalla polpa consistente e croccante. Il mercato italiano accoglie angurie di grosse pezzature e striate, mentre il mercato internazionale ama quelle di piccola pezzatura e a scorza scura.
L’anguria appare come simbolo dell’estate! Perfetta per idratare l’organismo durante il solleone. E’ dissetante in virtù della quantità di acqua che contiene, il 93%. E’ frutto energetico grazie al contenuto di citrulina.
Contiene più tipi di vitamine e minerali, in particolare vitamine A B e C e magnesio, potassio – abbassa la pressione arteriosa – e fosforo – regolatore del ph.
Contrasta la ritenzione idrica, è dissetante e rinfrescante, depurativa e diuretica, favorisce l’eliminazione delle tossine in eccesso. Ha un elevato potere saziante.
Povera di calorie, l’anguria è utilizzata da chi segue una dieta ipocalorica. Consideriamo che 100 grammi di anguria apportano 30 calorie.
Il colore rosso, deriva dal licopene racchiuso nella polpa, che facilita l’azione antiossidante, è allo studio la possibilità di un aiuto nella prevenzione dei tumori. Utilizzata da chi soffre di malattie cardiache, riduce i livelli di colesterolo cattivo nel sangue. Stimola il sistema immunitario.
Considerato Frutto della passione, avvicinato al viagra, come una vera e propria panacea dei disturbi sessuali maschili.
E’ sconsigliato l’uso dell’anguria ai diabetici.
L’anguria è alleata della bellezza. Si prevede la preparazione di maschere casalinghe a base di cocomero, allo scopo di rigenerare la pelle stanca. Si unisce la polpa di anguria al latte e succo di limone.
Per eliminare le occhiaie potete mettere sugli occhi chiusi due fettine di cocomero fresco e tenerle in posa almeno 15 minuti. Gli effetti sono molto simili a quelli del cetriolo.
L’anguria è frutto altamente diuretico, favorisce l’eliminazione dei liquidi in eccesso, porta beneficio all’apparato circolatorio, riduce la formazione della cellulite.
Inoltre, aiuta la disintossicazione dei reni e della vescica contrastando la crescita dei batteri e prevenendo la cistite.
È remineralizzante, va a reintegrare i minerali in estate, a causa dell’aumento della sudorazione dovuta al caldo eccessivo. Una fetta d’anguria rinfrescherà e farà riprendere dalla spossatezza.
L’anguria è considerato uno dei primi giochi degli dei, per la forma a palla.
L’anguria è un valido aiuto per reintegrare i minerali persi con il caldo.
I semi di anguria posseggono leggere proprietà lassative, vista la ricchezza di fibra. Non bisogna esagerare: una quantità eccessiva potrebbe causare dolori addominali
L’anguria può arrivare al peso di 20-25 chili.
Qualcuno avvicina l’anguria al viagra ed è considerata la panacea dei disturbi sessuali maschili. Su questo punto si parte dalla presenza di una sostanza contenuta nell’anguria, la citrullina, che dilata i vasi sanguigni, favorendo l’erezione. Gli studi sono in corso.
In cucina il consiglio è quello di consumare l’anguria fresca, dopo averla tagliata a dadini o a fette. E’ la base per la preparazione di sorbetti, gelati, ghiaccioli, semifreddi, dolci.
Spiedini e insalate possono godere del profumo e del sapore dell’anguria abbinata a formaggi, in particolare alla feta.
Come scegliere l’anguria? Controllate il picciolo, deve essere fresco e non secco, le striature devono essere gialle. Bussate sul frutto e riscontrare un leggero vuoto, armonioso e profondo. E’ l’indicazione di un’anguria saporita e giunta a maturazione.
E’ preferibile consumare l’anguria lontano dai pasti, ad evitare il rallentamento della digestione.
Prendete un cocomero molto maturo, tagliate la calotta superiore, e quella inferiore se non è piana. Scavate la parte centrale, rimuovete semi e polpa. Riempite questa parte con dello spumante, versate 1/4 di liquido di cointreau, 1 bicchierino di cognac e 1 cucchiaino di angostura. Mescolate, riposizionate la calotta, ponete il cocomero in frigorifero e lasciatelo riposare per due/tre ore circa. Una volta trascorso il tempo, filtrate il liquido, tagliate l’anguria a fette, ponetele in un vassoio e servite dopo averle bagnate con il composto.
Ode all’anguria
La rotonda, suprema
e celestiale anguria.
È il frutto dell’albero della sete.
È la balena verde dell’estate.
Pablo Neruda
Ode all’anguria
L’universo secco
all’improvviso
cancellato
da questo firmamento di freschezza
lascia cadere
la frutta
traboccante:
si aprono i suoi emisferi
mostrando una bandiera
verde, bianca, scarlatta,
che si scioglie
in cascata, in zucchero,
in delizia!
Pablo Neruda
Ode all’anguria
Cassaforte dell’acqua, placida
regina
del fruttivendolo,
bottega
della profondità, luna
terrestre!
Oh pura,
nella tua abbondanza
si sciolgono rubini
e uno
desidera
morderti
affondando
in te
la faccia,
i capelli,
l’anima!
Pablo Neruda
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