I baci sono da sempre la più suggestiva promessa d’amore. Appassionati, timidi, rubati o conquistati, preludio di storie lunghe una vita o semplice sigillo di passioni travolgenti quanto fugaci. I baci hanno accompagnato la storia dell’umanità; hanno segnato i fermo immagine di film nella storia del cinema. La musica ne decanta i brividi, la poesia e i romanzi ne tracciano un filo indelebile che tocca le note struggenti dei nostri sogni d’amore. Alcuni baci hanno catturato attimi fuggenti in cui la Storia è stata scritta, vissuta, raccontata. Il marinaio che bacia appassionatamente un’infermiera alle 17:45 del 14 Agosto 1945 a Time Square, New York, è diventata il simbolo della fine della Seconda Guerra Mondiale. Un bacio lungo un’era. Il bacio della Libertà.
E l’ironia del fato non poteva ordire una casualità migliore, visto che quella foto, scattata fortuitamente come sempre capita ai migliori fotografi, è stata immortalata da Albert Eisenstaedt, un ebreo tedesco fuggito dalla Germania nazista e rifugiatosi negli Stati Uniti. Mille modi di raccontarli i baci; ognuno seguendo l’arte che ne delinea le note più intime. Ognuno seguendo la propria anima. Così ha fatto Luisa Spagnoli, donna forte e determinata, rivoluzionaria e ardita cofondatrice di quella che diventerà la più famosa industria dolciaria italiana nel mondo: la Perugina.
È suo il cazzotto; perché così aveva deciso di battezzare quel piccolo dolcetto ricoperto di morbido cioccolato fondente, “perché un cazzotto è quello che una donna a volte vorrebbe dare al suo uomo impertinente, così che non dimentichi”. Fu il suo giovane amante, Giovanni Buitoni, a battezzarlo Bacio, “una promessa che la mente non dimentica e che il cuore anela”. Nasce quindi come un giuramento d’amore eterno il Bacio di Perugia, in quegli Anni Venti in cui una donna non poteva guidare un’impresa, in cui non poteva avere libertà di desiderare o di scegliere chi amare; in un’Italia in cui il diritto di voto per una donna era ancora molto lontano da venire.
Ma ancora prima del bacio Perugina, anche se con meno fama nel tempo, furono i baci di Cherasco a divenire il primo bacio d’amore. Dolcetti irregolari e croccanti, a base di cioccolato fondente, nocciole e zucchero a velo, furono realizzati alla fine dell’Ottocento nella Pasticceria di Marco Barbero in quel di Cherasco, in provincia di Cuneo. Un luogo ormai storico dell’arte pasticcera piemontese, tuttora esistente, che punta sull’uso delle rinomate nocciole delle Langhe piemontesi, a raccontare un territorio fatto di eccellenze, che difficilmente svende la propria identità. Un territorio che ha saputo narrare i propri sogni d’amore anche a palati più raffinati.
Lo ha fatto con i Baci di Dama, creati nel 1881 nella Pasticceria Zanotti a Tortona, ancora in Piemonte, ma stavolta nella provincia di Alessandria. Nella versione industriale sono famosi e diffusi in tutto il mondo, ma la realizzazione artigianale, nelle tante pasticcerie di Tortona, sa di qualità e di ricercatezza degli ingredienti. Due biscotti a base di mandorle tostate e tritate, uniti come un bacio indelebile, da un tocco di cioccolato fondente. L’evoluzione moderna ha sostituito le mandorle con le nocciole, più facili da reperire e di certo meno costose; ma il gusto caratteristico e la forma inequivocabile, continuano a farne uno dei baci più famosi al mondo.
Una variante che si ispira ai Baci di Dama nella forma ma non nel contenuto, sono i Baci di Alassio, dall’omonimo comune ligure in provincia di Savona. Antichi anch’essi, nascono nel 1919 dalla creatività del pasticcere della Real Casa di Savoia, Rinaldo Balzola, fondatore della famosa pasticceria, oggi locale storico d’Italia. Siamo in piena Belle Époque e il Balzola fu tra i primi locali in Italia a sposare la moda parigina dei caffè concerto, in cui i clienti sedevano ai tavoli, gustavano le prelibatezze dell’arte pasticcera di famiglia e si godevano le note delle esecuzioni musicali delle orchestre più rinomate del Paese.
Artisti, intellettuali, musicisti, scrittori, tutti facevano la fila per entrare al Balzola; il drammaturgo russo Maksim Gor’kij elesse lo storico caffè concerto di Alassio a luogo prediletto dei suoi incontri con pensatori e intellettuali del periodo. Ma l’entrata in scena più eclatante è di certo da conferire a Gabriele D’Annunzio e alla sua compagna, Eleonora Duse, che fecero la loro scenografica comparsa in quel di Alassio, scortati da due meravigliosi levrieri. Dall’inizio del secolo il balzo temporale è da triplo salto in lungo per arrivare a versioni più contemporanee di dolci baci d’amore. La prima è quella dei Baci del Signore, biscotti tipici della provincia di Pavia, realizzati nella rinomata Pasticceria Vigoni, nota per la gustosa Torta Paradiso.
In questo caso i due biscotti sono baciati da una morbida marmellata di agrumi e per metà ricoperti di cioccolato fondente, ideali per accompagnare la pausa del tè delle cinque in pieno british style. E chiudiamo con l’ultima versione di baci dolcissimi; quasi a chiudere il cerchio, tornando alle origini, ma in epoche attuali. Si tratta dei Baci di Melzo, recente creazione della Pasticceria Vighi a Melzo, appunto, piccolo comune della città metropolitana di Milano; profumati e fondenti, sono i “basin de Melz” in dialetto lombardo e nella forma richiamano un po’ quei Baci perugina che sono diventati emblema della Festa dell’Amore in tutto il mondo.
E proprio per questo, a chiusa di un percorso goloso e romantico, auguriamo a tutti un dolcissimo e fondente San Valentino, lungo un anno intero!
di Tamara Gori
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