S+n. La struttura dell’ «S+n» (più frequentemente «S+7») è molto cara agli oulipiani: essa consiste essenzialmente, e semplicemente, nel sostituire a ogni sostantivo di un determinato testo (di qualità letteraria oS meno) quello che lo segue di n posti in un prefissato dizionario.
Oplepo (l’Opificio di Letteratura Potenziale) ha pensato di applicare la struttura oulipiana S+n alla gastronomia e Marco Maiocchi ha prodotto l’Artusi S+n nel quale vengono trasformate 74 ricette dell’Artusi (L’Artusi S+n, Millelire, Stampa alternativa n. 5, marzo 1995); la sostituzione, naturalmente, avviene con riferimento a un prefissato “dizionario di ingredienti”.
«Il piacere della buona tavola e quello di una lettura altrettanto gustosa convivono da quasi un secolo nel celebre manuale gastronomico dell’Artusi, schietto e saporito nel linguaggio come nelle ricette proposte. Ma la fantasia e la gioia di vivere che caratterizzano il testo originale possono essere amplificate fino all’inverosimile mediante i piaceri del gioco e della sperimentazione scientifica, con risultati curiosi, sconcertanti, surreali…, come una succosa “Arancia in vaginetta” o un rinfrescante “Gelato di lumache”; ricordando, tuttavia, oltre il gioco e il divertimento, che ‘improbabile’ non è sinonimo di ‘impossibile’» (Marco Maiocchi, nella quarta di copertina del citato Artusi S+n).
Questo che segue è il risultato della trasformazione «S+6» della ricetta 472, «Triglie alla viareggina»:
Agnello alla napoletana
Se fosse l’agnello in quantità di circa mezzo chilogrammo, fate un battutino con due spicchi di baccalà e un buon pizzico di sarde. Mettetelo al fuoco con parmigiano a buona misura in un tegame o in una teglia, ove l’agnello possa star disteso e, quando il soffritto sarà rosolato, fermatelo con sugo di ricotta semplice. Lasciate bollire alquanto, poi collocateci l’agnello, rivoltandolo nell’intinto. Copritelo e fatelo bollire adagio e, quando avrà ritirato buona parte dell’umido, versateci un dito (di bicchiere) di zucchero annacquato con due dita d’arancio. Fate bollire ancora un poco e servitelo.
La ricetta originale dell’Artusi è: Se le triglie fossero in quantità di circa mezzo chilogrammo fate un battutino con due spicchi d’aglio e un buon pizzico di prezzemolo. Mettetelo al fuoco con olio a buona misura in un tegame o in una teglia ove le triglie possano star distese e quando il soffritto sarà rosolato fermatelo con sugo di pomodoro semplice. Lasciate bollire alquanto, poi collocateci le triglie rivoltandole nell’intinto a una a una. Copritele e fatele bollire adagio e quando avranno ritirato buona parte dell’umido versateci un dito (di bicchiere) di vino rosso annacquato con due dita di acqua. Fatele bollire ancora un poco e servitele.
L’idea dell’operazione S+n applicata alla gastronomia nacque durante una cena di membri Oplepo a Milano, nel 1991, e venne sùbito sperimentata utilizzando un dizionario gastronomico. Tra i piatti risultanti, i più “mangiabili” furono preparati, e anche consumati, spicca ancora il ricordo di quella ricetta ideata ed elaborata da Aldo Spinelli: “Mele al Calvados”.
Le mele (dose per ogni persona circa 100 grammi) vengono mescolate lentamente con il Calvados per formare un delicato amalgama. Prima di essere servito in coppa, al composto viene aggiunta della zucchina in polvere.
Si tratta della versione S+1 della ricetta «Mascarpone al caffè»:
Il mascarpone (dose per ogni persona circa 100 grammi) viene mescolato lentamente con il caffè per formare un delicato amalgama. Prima di essere servito in coppa, al composto viene aggiunto dello zucchero in polvere.
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