Il problema del cibo bruciato sorge quando la cottura va oltre il dovuto ed il cibo diventa nero. In questa fase vengono prodotte sostanze tossiche in quanto la cottura ed il calore hanno denaturato definitivamente le sostanze nutritive. Questo vale per alcuni alimenti in particolare come: patate, pizza, pasta, caffè, pane biscotti e cereali. Sono tutti alimenti ricchi di amido che se cotti ad una temperatura massima di 120° non danno problemi. Ma se la superiamo allora sprigionano una sostanza che contengono quale la Acrilammide.
Se gli alimenti bruciati sono ricchi di carboidrati, si forma una sostanza chiamata acrilammide, dai lipidi invece si formano i perossidi e dalle carni le ammine eterocicliche. Tutte possono avere, negli anni, un effetto cancerogeno. Queste sostanze tossiche si trovano nel nero che si forma sul cibo bruciato. Questa parte va rigorosamente tolta e non mangiata.
Ma quali sono gli effetti sul nostro organismo in seguito all’assunzione di cibo bruciato, o parzialmente bruciato, come ad esempio il fondo della pizza o la carne grigliata?
Ovviamente il consumo di un singolo pezzo di pizza bruciacchiato non ucciderà all’istante, ma non dimenticate che si va a sommare agli altri alimenti bruciacchiati che avete già ingerito nel tempo. Non vi è, quindi alcun rischio per il consumo “una tantum”, l’importante è capire che mangiare cibo bruciato non deve essere un’abitudine.
Ecco alcuni suggerimenti utili da seguire per limitare l’esposizione dei consumatori all’ acrilammide:
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