I rossi che contano vanno bevuti in questo calice, lo dicono tutti! E sul contare dei vini e del loro essere importanti… potrei lasciar correre. Ma non lo faccio! Apro perciò una piccola parentesi. In questo particolare momento di garbuglio politico-sociale-enologico, quali sono realmente i vini che contano? Al melmoso quesito non saprei rispondere.
E’ credenza comune che l’importanza di un vino sia necessariamente da proporzionarsi al prezzo. Io invece, dal “cantone” mio, considero che il prezzo (spesso, ma non sempre), sia lontano dalla qualità attribuita al contenuto della bottiglia. E che vada invece (spesso, ma non sempre… che l’ho già detto?) a compensare spese esose, come una campagna di marketing. O come la parte eno-tecnologica dell’azienda, tra cui la tanto odiata barrique-nuova-ultra-tostata. O come, nella peggiore delle ipotesi, parte della fattura stellare dell’architetto che ha progettato il mega galattico cancello di oro, incenso e mirra. Che ti accoglie alle vigne e ti fa immaginare San Pietro come usciere. Morale? Fondamentalmente direi che i rossi che contano non si contano solo a suon di monete. Io non me la bevo più!
Ma torniamo al cristallo.
Il Ballon è il più panciuto dei calici e, anche se ci sono delle differenze tra Ballon, Grand Ballon, Bordeaux e Bourgogne, al ristorante verranno tutti proposti come generici ballon nel novanta per cento dei casi. Quindi giochiamo al ribasso e facciamo di tutta un’erba un fascio!
Essi sono i bicchieri da vino dell’inverno. Nessuno lo ha mai visto in posa da copertina patinata su una spiaggia o su uno Yacht. Diversamente invece sono molte le pose di codesti calici di fronte al caminetto acceso. Quindi, se non lo sapevate, ve lo dico io: le cristalliere sono come gli armadi, conoscono il cambio di stagione.
I Ballon sono i bicchieri da vino da gran maestro. Li impugnano con fare dotto gli accoliti diretti degli Imam del vino. Solo loro possono. Devi aver stretto personalmente la mano a Michel Rolland. Aver fatto almeno i tre corsi Ais e tre Master a casaccio per utilizzarli. Ma la prova del nove sarà recitare a memoria l’enciclopedico “Annuario Migliori Vini Italiani” di Luca Maroni!
Ma insomma! Ballon e affini non sono delle armi belliche, clave da rissa del Giurassico, come all’apparenza sembrerebbe. Sono preziosi strumenti che danno importanza al liquido che ospitano. Il calice in sé influenza enormemente la degustazione, sia da un punto di vista olfattivo che gustativo. Ballon, Grand Ballon, Bordeaux e Bourgogne sono adatti a vini di grande struttura e/o affinati a lungo. Tra questi il cosiddetto taglio bordelese, meglio ancora se di Bordeaux. Ma anche i nostrani e prestigiosi Barolo, Brunello e Barbaresco sono vini da versare in questi bicchieri.
L’importante capacità di questi calici sarà infatti quella di far esprimere al meglio la complessità del bouquet che questi vini custodiscono. Permettendo ai vini invecchiati di liberare quel mutamento imprigionato dalla bottiglia e donato dal tempo. Vini di così ampio spessore necessitano di ossigenazione. Questo bicchiere risulta così il miglior mezzo per poterli esprimere. Migliore il processo di decantazione proprio rispetto al decanter, che rischierebbe di far perdere le sfumature preziose del bouquet olfattivo. Necessariamente migliore di un calice ISO, che invece rende questi vini “muti”. La forma strutturale del ballon consente di accompagnare il liquido prima sulla lingua e poi sulle gengive, evitando così un’entrata brutale dei tannini in bocca. Questo favorirà, e non poco, la componente gustativa.
Per cui non dimenticate la regola base per ogni cristalliera che si rispetti: la corrispondenza Ballon = Grandi Vini.
Ma se al momento della cena con amici e parenti non disponete di grandi vini in cantina e volete comunque cospargervi di aura bianca dorata, provate a mettere nel Ballon il vino che avete, anche da bag in box. Per trasmigrazione il liquido muterà in un grande vino! Basterà roteare il calice con fare sapiente ed elargire ai vostri commensali tutte le note odorose che sarete stati in grado di discernere. Mi raccomando, non dimenticate le note di anice stellato infuso in un elisir di cardamomo allo Chartreuse, con sottofondo di pelliccia di leopardo in amore, smacchiata dal Vernel.
Va bene, forse si è intuito: io non apprezzo molto questo calice. Credo che ossigeni troppo rapidamente i vini e bla bla bla. In realtà diciamo che non lo apprezzo in questo particolare momento di vita. Me lo riservo per la vecchiaia. Per quel fatidico momento in cui il dottore, perentorio, mi dirà: “…E di vino un calice al giorno!”. Ecco. Lì, la capacità da 500 ml del Ballon sarà una peculiarità che apprezzerò in maniera inestimabile.
di Raffaele Marini
Facilissimo da fare e gustoso da assaporare, il burro aromatizzato è quell'elemento fantasioso da aggiungere alle vostre…
Il mercato online dei vini e dei liquori in Italia si sta dimostrando il protagonista di una…
La combinazione di buon cibo e musica dal vivo è un'esperienza che coinvolge tutti i…
Per poter realizzare una torta di compleanno è fondamentale rispettare due requisiti: creatività e fantasia;…
In questo articolo potrei parlarvi di un posto bellissimo, Tignale sul lago di Garda, di…
Iniziare una dieta non significa privarsi completamente dei piaceri dolci, ma piuttosto scegliere con intelligenza…