Cosa e quali sono gli alimenti funzionali? Si tratta di un alimento di cui è stato provato un effetto biologico salutistico. Il principe di questi alimenti funzionali è l’olio extravergine d’oliva, perché contemporaneamente agisce su più funzioni metaboliche. “Non sceglierò gli alimenti in base alle calorie che contengono – ha affermato la dott.ssa Farnetti – quanto piuttosto in base al mix di elementi che non innescano nessuna reazione ormonale “tossica”, intendendo per tossica “non sostenibile” per noi stessi, per il nostro organismo. Alcuni mix di prodotti producono ormoni dannosi per l’organismo, scorie azotate che appesantiscono il lavoro di reni e fegato, e così via, da qui il concetto che non sempre dimagrire fa bene, il concetto di dimagrire non è guarire. Occorre quindi associare il concetto di mangiare a quello di guadagnare salute”.
“L’idea che il “grasso faccia male è errata – continua la dottoressa Farnetti – ed il grasso deve essere reintrodotto senza paura nella nostra alimentazione. Il grasso contenuto nell’olio extravergine di oliva è un grasso buono, guai se non fosse compreso nella nostra alimentazione. Un buon piatto di carciofi crudi, che fanno benissimo al fegato, conditi con olio extravergine d’oliva apporta grassi utili e non innesca il meccanismo insulinico, che è alla base dell’aumento di peso (in pratica si ingrassa). Gli ormoni sono centrali rispetto a quello che si mangia e vanno evitati o attivati i mix di cibi che ne favoriscono l’azione negativa positiva”.
Ecco che entrano in gioco gli alimenti funzionali. “Occorre dunque dosare e mixare gli alimenti in base al loro impatto sul nostro organismo – conclude la Farnetti – e non in base a credenze popolari, “sentito dire” o “si è sempre fatto così”. Ad esempio cucinare in olio stimola la capacità biliare di eliminare il colesterolo, utile a livello funzionale per guadagnare salute. La cottura in olio mi regala una situazione utile perché migliora l’eliminazione di bile, ha una azione lassativa, ma soprattutto un’azione anti insulina e (dunque non aumenta l’obesità viscerale). Un esempio: pane ed olio non attiva l’insulina, pane e prosciutto si. Mangiando il primo non ingrasso, mangiando il secondo, alla lunga si (oltre a produrre un effetto infiammatorio dato dall’aumento continuo di produzione di insulina).
L’idea di limitare l’olio extravergine d’oliva quindi non va bene: il pane insieme all’olio diventa un alimento che cede meno carboidrati. In conclusione per modulare il carico glicemico degli alimenti posso agire conoscendo il giusto mix degli stessi, o anche sfruttando modalità di cottura e preparazione. In quest’ultimo caso l’olio extravergine d’oliva è il miglior alleato che abbiamo in cucina: friggere o spadellare gli alimenti nell’olio crea una protezione all’alimento che ne preserva le qualità nutritive, meglio una patata fritta bene, in un buon olio extravergine d’oliva, che una patata lessa!.
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