Non è la prima volta che gli inglesi hanno da ridire sui prodotti italiani, questa volta a finire sotto accusa è il pesto. Due articoli apparsi sul «Guardian» e del «Telegraph», riguardo il pesto italiano, hanno scatenato un vero e proprio putiferio.
Sono stati resi noti i risultati di una ricerca condotta da Cash (Consensus Action on Salt and Health), un gruppo di specialisti inglesi che studiano il sale e i suoi effetti sulla salute. E’ proprio il sale contenuto nel pesto a destare preoccupazione. A quanto pare il sale nella salsa sarebbe troppo, il doppio della quantità giornaliera consigliata ai bambini.
“Un piatto di pasta al pesto è più dannoso per i bambini che un hamburger di McDonald’s” così diceva il titolo dell’articolo sul Telegraph di qualche giorno fa.
I britannici accusano il pesto, in particolare quello di una nota marca italiana, di contenere una quantità di sale troppo elevata. Una confezione di pesto ne conterebbe in media 1,5 grammi, mentre un panino di McDonald’s 1,2 grammi.
La ricerca dei nutrizionisti di Cash è stata condotta esaminando le marche di pesto più vendute in Inghilterra, ne è venuto fuori che, in alcune confezioni, sono stati trovati 1 g di sale per 100 g di prodotto, in altre 2,5 g per 100 grammi.
Ma rivediamo le affermazioni del Cash in maniera più misurata. I nutrizionisti non hanno puntato il dito contro tutto il pesto del mondo, ma solo contro quello di alcune marche che hanno aumentato la quantità di sale rispetto a quella consigliata. Quindi questo vuol dire che solamente il 40% del pesto in barattolo di alcune marche non è salutare, mentre il restante 60%, cioè la maggior parte del pesto, è sana. Non c’è nessun complotto dietro a queste affermazioni anzi, l’articolo del Guardian proseguiva invitando i consumatori a farsi il pesto in casa, proprio come noi italiani, considerandolo quindi un condimento sano.
La preoccupazione del Cash è rivolta soprattutto verso i bambini, tra cui la salsa è molto popolare, che dovrebbero mangiare prodotti ancora meno saporiti, per evitare di incorrere in patologie come pressione alta e infarto.
Mentre secondo le direttive sanitarie mondiali, gli adulti non dovrebbero assumere più di 6 grammi di sale al giorno.
Le marche di pesto accusate conterrebbero la metà della quantità di sale raccomandata dal sistema sanitario nazionale del Regno Unito per un bambino tra i 4 e i 6 anni, ovvero 3 grammi. Un’eccessiva assunzione di sale, con il tempo, potrebbe aumentare il rischio di pressione alta e attacchi cardiaci più avanti nell’età.
Questa notizia ci riporta alla mente il recente caso del prosecco italiano accusato sempre dagli inglesi di rovinare i denti a causa dell’elevata acidità. Sulle pagine del «Daily Mail» e del «Guardian» era stato riportato il parere di alcuni dentisti britannici che sconsigliavano di consumare la bevanda per preservare i denti. In sua difesa erano intervenuti, tra gli altri, il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina e Coldiretti.
Riguardo al pesto le intenzioni sicuramente erano nobili, ma sicuramente ci sono altri prodotti più nocivi a cui prestare attenzione.
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