L’olio estratto dalle olive è usato, per la sua tollerabilità e per la sua purezza, come sostanza terapeutica naturale che assolve nell’organismo a diverse funzioni. Sono infinite le virtù dell’olio, che tutti noi dovremmo tener bene a mente in quanto benefiche per il nostro organismo. Il suo consumo, infatti, contribuisce alla formazione della linfa, mantiene sciolte le articolazioni, costituisce una protezione termica del corpo. Usandolo in modo continuativo l’olio extra vergine (ad link) rende un servigio straordinario al nostro corpo prevenendo:
Infatti, l’olio dalle olive (attenzione, non quello d’importazione che ha perso per la strada tutte le sue qualità. E non l’olio di semi che per essere estratto ha bisogno di un solvente chimico come l’esano!) non contiene colesterolo dannoso alla salute. E’ ricco di vitamine e altre sostanze antiossidanti che proteggono l’organismo e ne ostacolano l’invecchiamento. Per questo è consigliato nelle diete degli anziani. Inoltre, per i suoi preziosi costituenti, è anche un importante alimento per una corretta crescita dei bambini.
Ma tutto ciò ad una sola ed inequivocabile condizione: l’alta qualità. Ma come si ottiene e come si può riconoscere? Innanzitutto l’olio deve essere estratto da olive sane, risultato di una scrupolosa cura agronomica. E da un processo di produzione artigianale come quello che fanno la maggior parte dei frantoi oleari della Tuscia (ad link), dotati di moderne tecnologie e gestiti da mastri oleari di lunga tradizione e professionalità.
Quei mastri oleari che oggi hanno il loro Albo professionale, istituito dalla Regione Puglia che, sulla base della giurisprudenza costituzionale, è valido su tutto il territorio nazionale. Un passaggio epocale, visto che fino all’anno scorso la qualifica di frantoiano non esisteva se non in termini molto generici all’interno dei Contratti Collettivi Nazionali degli operai agricoli. Il mastro oleario non è colui che preme un bottone per accendere i macchinari. Ma è colui che svolge una conduzione tecnica mirata all’ottenimento di vari tipi di olio grazie all’adozione di tecnologie e di metodi che sono il patrimonio della sua professionalità.
Non solo. La legge regionale qualifica per la prima volta il frantoio come “unità produttiva artigiana” riconoscendogli la funzione e il ruolo di produttore di olio. Un doveroso riconoscimento a quelle imprese che nella Tuscia producono da sempre uno straordinario extravergine grazie alle specificità delle sue cultivar autoctone ad iniziare dalla fantastica oliva caninese.
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