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Salsicce con friarielli

Sacro e profano

Questa volta la Rai mi ha sorpreso. Dopo mesi di covid, di politichese su soldi che ci sono, ci saranno, non li vogliamo, li aspettiamo, di talk mediocri, di fiction così così (la più intrigante è stata DOC), di spettacoli-remind, ecco che alle 17 di un pomeriggio uggioso e piovosissimo lo schermo si accende di una luce fantastica, di un suono meraviglioso, di voci splendide. E’ il 7 Dicembre, è la prima della Scala, l’unico grande evento rimasto nella liturgia mondan/culturale italiana. Belle donne, bei vestiti, bei gioielli, bella musica, tutto bello e luccicante ma… quest’anno no! Niente di tutto questo, lo spettacolo è cambiato ed è stato stupendo! Come si farà il prossimo anno a ricominciare con la solita liturgia dopo aver goduto di tanta bellezza? Il genio creativo italiano ha dato il meglio di sé: dalle luci alle scenografie, dai costumi alla regia, dalle voci ai ballerini hanno dato corpo ad un sogno che è andato per il mondo a significare quanto l’arte italiana sia universale e ad un auspicio che l’arte faccia sperare in un futuro di luce.

Salsicce con friarielli

Così, dopo un tal godimento ed una emozione che mi ha fatto sorridere dopo mesi, torno ai fornelli ad affrontare le salsicce.

Le salsicce più saporite sono quelle tagliate a coltello ma è difficile trovarle a meno che non si abbia un macellaio paziente che, ordinandole, le prepara. L’importante è che il norcino sia di fiducia e vi dia salsicce veramente di maiale non “contaminate” con altra carne e ben legate.

C’è chi preferisce fare una “prima” cottura delle salsicce mettendole in un tegame, dopo averle bucherellate con una forchetta, ben caldo aggiungendo un mestolo di acqua e lasciandole a fuoco allegro per qualche minuto in modo che “cacciano” l’acqua e il grasso si stringe per poi procedere alla cottura.

Io preferisco metterle direttamente in un tegame largo e profondo con una noce di sugna, un filo d’olio extra vergine ben legate e bucherellate con una forchetta. Le lascio colorire a fuoco alto girandole spesso poi metto un bicchiere di vino rosso e lascio evaporare. Tolgo il filo che le unisce, abbasso il fuoco, aggiungo i friarielli sbollentati e lascio cuocere controllandone la cottura con uno stuzzicadenti.

I friarielli (broccoletti napoletani fioriti e con foglie piccole ma se non si trovano vanno bene anche i broccoletti a foglie larghe) vanno puliti e messi in due dita di acqua fredda sul fuoco in modo che conservino il colore e non disperdano il sapore. Quando l’acqua bolle vanno scolati e strizzati ma conservando a parte qualche cucchiaio della loro acqua. Li aggiungo alle salsicce e li mescolo per finire la cottura a fuoco basso. Se si asciugano troppo aggiungo un cucchiaio della loro acqua.

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Fabrizia Cusani

Nata a Napoli si è laureata in architettura per trasferirsi a Roma nel 1970 dopo dove ha svolto l'attività di architetto urbanista e di docente di urbanistica all'Università la sapienza. Ha pubblicato saggi e libri tra cui "Roma una capitale in cerca d'autore", editor di film e fiction. Negli anni 80 ha rilevato rilanciato le edizioni del gallo, una casa editrice con forte impegno politico, una nuova esperienza che l'ha portata a cimentarsi anche con il mondo della scrittura. Negli anni 90 ha scelto di cambiare vita dedicandosi all'agricoltura fondando un'azienda agricola L’OLIVAIA specializzata nella produzione di olio extravergine.

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