Scopri quando le patate con germogli non si possono mangiare perché tossiche
Le patate, grazie alla loro versatilità in cucina, al gusto, ma soprattutto alle proprietà benefiche, rappresentano uno degli alimenti basilari della nostra dieta. Sono infinite le ricette che possiamo preparare, dalle più ricche e sofisticate, a quelle semplici e veloci. Tra le principali proprietà ricordiamo l’alto contenuto di Vitamina C, la presenza di potassio, la quantità di carboidrati complessi, tutti alleati fondamentali per la nostra salute.
Ma c’è anche un’altra caratteristica tipica di questo prezioso ortaggio che dobbiamo tenere sotto controllo: la presenza massiccia di solanina. Vediamo di cosa si tratta e quando diventa tossica per il nostro organismo.
Come ben saprete, la patata durante la sua conservazione può cambiare aspetto. Invecchiando, infatti, diventa rugosa, a volte con zone verdastre, e con germogli sempre più evidenti. A questo punto sorge il dubbio se la patata è ancora commestibile o meno.
Come accennato, la patata è composta da solanine, glicoalcanoidi che la pianta stessa produce per difendersi da funghi, batteri o altro, fungendo da pesticida naturale. Con l’invecchiamento del tubero stesso, tali alcanoidi aumentano e iniziano a diventare tossici per il nostro organismo. In grandi quantità possono infatti provocare intossicazioni che si manifestano attraverso un battito cardiaco accelerato, vomito, diarrea, per passare poi al sistema nervoso, con vertigini e mal di testa.
Considerando che le solanine sono largamente concentrate nella buccia, pelandole, gran parte dell’alcanoide va via, circa l’80%. Una minima parte, inoltre, si perde con il liquido di cottura. Ecco che la dose tossica diminuisce notevolmente.
Concludendo, possiamo affermare che, il consumo di patate poco germogliate, se sbucciate bene, nel contesto di un’alimentazione varia non deve destare preoccupazione. Mentre, nel caso in cui le patate risultano raggrinzite e germogliate, è segno evidente che non è più il caso di mangiarle, lo confermerebbe anche il sapore stesso!
Se prendiamo in considerazione l’alimentazione dei bambini, il discorso cambia. Offriamo loro solo prodotti freschi e di qualità, in quanto nel bambino le dosi tossiche si raggiungono con quantità inferiore.
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