Cucina: ricercata Voto: 9 Prezzi: antipasti 28/40€, primi 26/36€, secondi 38/42€, dolci 20/26€ Piazza Carignano, 2 (Centro) Tel. 011/546690 Chiuso: Domenica sera, Lunedì, Martedì a pranzo Offerta – Ubicato in una delle piazze più belle di Torino, questo storico ristorante ha accolto nelle sue sale tantissimi personaggi illustri. Da circa cinque anni la cucina è in mano a Matteo Baronetto, validissimo chef che ha avuto il merito di rinfrescare, con garbo, una proposta che qui necessariamente deve essere legata alla tradizione, rivisitandola con una buona dose di creatività e soprattutto con tanta tecnica. La si può provare optando per uno dei tre percorsi degustazione dai 110 ai 135€ oppure ordinando à la carte, mentre dal lunedì al venerdì è disponibile la colazione di lavoro con piatti più semplici (2 a 45€, 3 a 65€). Abbiamo apprezzato, in apertura, l’abusato “gradite un aperitivo?” che in tanti casi prelude ad un costo ignoto nel conto, qui pronunciato contestualmente alla consegna della carta dei drink così da informare il cliente, come pure abbiamo gradito le coccole iniziali con le chips di riso soffiato di diversi colori e i finger food chiusi dalla gelatina all’Americano a pulire il palato. i ristoranti gourmet le tavole / 10 Piacevolissimo il benvenuto, una quenelle di foie gras e granella di nocciole, seguito dal vitello tonnato proposto in due versioni, una classica e un’altra rivisitata, entrambe piacevoli. È stata poi la volta del ramen alla piemontese, servito sia con posate tradizionali che con le bacchette, un piatto delicato e riuscito, in cui un classico della cucina orientale è stato reinterpretato con ingredienti tipici piemontesi quali nocciole e tartufo. Strepitoso il piccione alla brace con carota all’alga nori, lattuga di mare e asparagi verdi al Moscato, cotto alla perfezione. In chiusura un caffè ben estratto accompagnato da piccola pasticceria. Ambiente – All’insegna della classicità e dell’opulenza, con grandi lampadari, mise en place impeccabile e tanti specchi a dar profondità all’insieme. Sembra di mangiare in un’altra epoca, in un’atmosfera elegantemente rarefatta.
Servizio – Professionale e preciso, pronto a porre rimedio a un piccolo inconveniente (si veda sotto sull’olio).
Cantina – La carta è molto completa e vanta una grande profondità di annata oltre a una qualificata presenza estera e a un’offerta alla mescita correttamente scritta; ovviamente medio alti i ricarichi.
Olio – Su richiesta ci è stato servito un olio EVO siciliano in una bottiglia con tappo antirabbocco ma senza data di scadenza. Alle nostre rimostranze, dovute pure allo stato di conservazione dell’olio, ci sono stati serviti altri due oli siciliani: blend di Cerasuola, Biancolilla e, nel caso dell’intenso, Nocellara, in bottiglie a norma e in ottimo stato.
Cucina: ricercata Voto: 9- Prezzi: antipasti 30€, primi 25€, secondi 40€ Corso San Maurizio, 61/b (Vanchiglia) Tel. 011/8126808 Chiuso: Lunedì a pranzo; Domenica
Offerta – È una cucina di ricerca quella che contraddistingue lo chef Marcello Trentin, abile nel rivisitare i grandi classici e nel proporre abbinamenti insoliti basati su un’ottima materia prima lavorata con mano felice. Sia che si opti per uno dei due percorsi degustazione – 4 portate a 80€ o 9 a 100€ – o che si scelga di ordinare à la carte, quella che si sta per vivere sarà una grande esperienza e lo si intuisce già dai coreografici appetizer fra i quali ricordiamo un eccellente gianduiotto ripieno di foie gras e un altrettanto sfizioso cono con battuta di manzo con caviale e frutto della passione. È stata poi la volta di un delicato scampo scottato servito in un grande equilibrio generale con rognoni e tartufo, seguito da una buona gallinella con sifonata di salsa olandese. Strepitoso, poi, il carciofo ripieno di foie gras servito con una scaloppa di fegato grasso e mostarda di olive; da provare pure la cappasanta servita a lamelle con ravanello, mentre la rivisitazione del vitello tonnato preparato come battuta di manzo e ventresca di tonno serviti in dashi di tonno non ci ha pienamente convinto. Si risale con i tortelli di granchio con umeboshi e bisque di crostacei e con il risotto e piccione alla brace, con il cereale cotto alla perfezione e un’affumicatura dosata con mano sapiente, che hanno preceduto il buon astice cotto a bassa temperatura. Un rinfrescante sorbetto al bergamotto ha introdotto l’ottimo dolce, in sostanza una variazione di latte servita a temperature e consistenze diverse, seguito da un caffè sottoestratto e poco complesso accompagnato da piccola pasticceria. Ambiente – Con la ristrutturazione di un paio di anni fa ha guadagnato in spazio ed eleganza. Giocato sui toni del grigio, pure per le bellissime tovaglie che fasciano i tavoli generosamente dimensionati, risulta accogliente anche grazie all’indovinata illuminazione; nella saletta di ingresso, dei comodi divanetti sono perfetti per consumare un cocktail.
Servizio – Professionale e preciso, pronto a venire incontro alle esigenze del cliente.
Cantina – La carta dei vini è completa, aperta da una selezione alla mescita; bella la presenza francese, mentre si potrebbe osare di più con piccole produzioni di nicchia. I ricarichi sono adeguati considerando la tipologia di ristorante.
Olio – Ad inizio pasto viene presentato a dovere e versato in una coppetta un buon olio EVO siciliano monocultivar Nocellara del Belice da una bottiglia a norma.
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