La relazione che segue, che per comodità presenteremo in tre articoli, è il punto finale di un lungo lavoro di approfondimento condotto da un gruppo di uomini di buona volontà che già da alcuni anni sono alla ricerca di una nuova dimensione nel mercato dell’olio artigianale (ad link). Cioè dell’olio che è prodotto nel nostro Paese, con olive nate nei nostri campi, secondo metodi tradizionali risalenti a migliaia di anni fa. Sono cambiate naturalmente le attrezzature, sono cambiati i locali dei frantoi. Ma certamente la professionalità, la consapevolezza di ciò che occorre fare per ottenere un buon olio, affonda le sue radici nelle notti del tempo. Ma come riconoscere un olio artigianale?
Inizialmente si era pensato alla cosa più ovvia, cioè che fosse olio artigianale quello prodotto da un’azienda artigiana. In base a questa convinzione, che trovava il supporto anche in alcune decisioni della giurisprudenza, si pensò a questo olio artigianale in quanto prodotto da aziende artigiane. Se nonché, con l’andare del tempo, ci siamo tutti resi conto che non era una strada completamente giusta. Giusta non nel senso legittima, perché le norme a questo proposito sono piuttosto vaghe e lacunose. Noi alcune volte riteniamo che la Normativa Europea sia molto pesante e stringente, eppure presenta molti buchi. E’ una specie di rete da pesca in cui finiscono poi per passare molti pesci.
E dico subito, a scanso di ogni equivoco che l’olio artigianale non nasce contro l’olio industriale, l’olio cioè imbottigliato da importatori da ogni parte ormai del mondo. Se devo prestar fede a importazioni che vengono addirittura dall’Inghilterra, che è un Paese che certamente non produce olio. Si pone quindi il problema da dove diavolo verrà l’olio inglese.
Queste miscele, definite come miscele di oli comunitari e in cui sappiamo tutti che talvolta per oli comunitari passano anche oli extracomunitari, occupano oggi il 75% del mercato. Rischiano di far scomparire completamente l’industria olearia italiana per una politica dei prezzi che i frantoi oleari non riescono, se non con estrema fatica a tenere. Inoltre, tiene tanto basso il prezzo delle olive che molto spesso vengono lasciate in terra senza essere raccolte. Quindi un danno per l’industria di trasformazione alimentare e un danno per l’agricoltura.
Noi vogliamo semplicemente che il consumatore abbia la possibilità di scelta tra questo tipo di oli che assemblano insieme oli di diversa provenienza e oli italiani.
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