Una delle mie manie quando faccio spesa al supermercato è quella di controllare la data di scadenza riportata su ogni confezione, per essere certa di acquistare prodotti più freschi possibile. Grazie al precedente articolo abbiamo scoperto che esistono alcuni alimenti che non scadono mai, nonostante la data di scadenza riportata obbligatoriamente sulla confezione. E’ utile saperlo, per evitare in primis un’inutile spreco alimentare.
Riguardo invece l’aspetto fondamentale, in merito alla nostra salute, è bene essere informati su cosa stiamo mangiando, prima di decidere se buttare o meno un alimento scaduto.
Per una persona attenta come me sulla data di scadenza dei prodotti, non ci avrei pensato due volte a buttare via il barattolino di yogurt scaduto. Invece, una ricerca francese ha dimostrato che tutti gli yogurt sono ancora commestibili, addirittura dopo tre settimane la data di scadenza, in base alla loro composizione.
Infatti, quelli naturali, rispetto a quelli che contengono zuccheri e frutta, riescono a mantenere per più tempo i nutrienti e i fermenti lattici al suo interno ancora attivi per lo sviluppo della flora batterica. Quindi, uno yogurt naturale, scaduto da più giorni può essere benissimo usato per la preparazione di ciambelloni e altri dolci.
Sempre secondo i ricercatori, l’unico valore che cambia rispetto ad uno yogurt non ancora scaduto è il pH, che tende a diminuire.
Innanzitutto bisogna prestare attenzione alla scritta che compare vicino la data di scadenza e saper distinguere la frase “consumare preferibilmente il” e “consumare entro“. Infatti, la prima ci fa intuire che esistono alimenti che hanno una data di scadenza indicativa. Bisogna però tenere conto di alcuni fattori.
Ci sono delle regole da seguire prima di consumare uno yogurt scaduto, ma che valgono anche quando si parla di yogurt freschi e di alcuni alimenti in generale:
Non rispettando le regole sopra citare, si va incontro ad alcuni effetti collaterali anche seri. Ad esempio, in caso di muffe presenti nello yogurt scaduto, si rischia un avvelenamento. I sintomi che lo manifestano sono: presenza di nausea, vomito, dolore e crampi addominali, febbre alta e disidratazione. Inoltre, sono segnali di intossicazione anche la stanchezza, avere sempre sonno, mal di testa e svenimenti.
In caso di avvelenamento, contattare subito un medico che provvederà a somministrare una cura farmacologica a base di antiemetici e agenti antimicrobici.
E’ fondamentale mantenere la giusta idratazione, bevendo spesso acqua ed altri liquidi. Si sconsiglia invece di mangiare, fino a quando gli effetti non sono più leggeri.
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