I prodotti a denominazione biologica sono un trend in costante crescita per l’industria alimentare. I consumatori sono diventati più attenti ed ogni giorno vogliono assicurarsi un’alimentazione sana il più possibile. Questo discorso non vale più solo per frutta e verdura, ma anche per tanti altri prodotti della grande distribuzione come per esempio la birra.
Cos’è la Birra Bio?
La birra, anche se in misura ridotta rispetto ad altri settori, si sta sempre più dirigendo verso il mondo del biologico, sperimentando sempre nuove ricette a base di malti e luppoli bio. La birra biologica è gustosa e profumata come la birra tradizionale con in più il vantaggio di essere maggiormente sostenibile per l’ambiente. Un esempio di birra bio è la novità lanciata da casa Poretti, la 4 Luppoli Bio. Una chiara prodotta esclusivamente con malto d’orzo biologico e 4 diverse varietà di luppolo derivanti da agricoltura bio.
Una novità che fa parte di un percorso verso la sostenibilità che Carlsberg Italia (che produce, tra gli altri, Birrificio Angelo Poretti) segue da tempo. Ha apportato innovazioni come il packaging in pet per i fusti (al posto dell’alluminio) risparmiando 11 milioni di kg di emissioni di CO2 nell’atmosfera lo scorso anno.
Le caratteristiche di una birra sostenibile
La birra certificata come biologica è realizzata ricorrendo a prodotti ottenuti da agricoltura e processi certificati biologici. Devono seguire valori e principi eco-friendly, per la salvaguardia dell’integrità, della biodiversità e del benessere del pianeta.
Una birra biologica può essere definita tale soltanto se ogni fase della sua produzione ha rispettato il disciplinare biologico che è fortemente regolamentato.
Per questo, anche se gli elementi sono biologici, ma durante un qualsiasi passaggio di trasformazione vengono aggiunte altre sostanze o additivi chimici, il prodotto finale non potrà essere certificato come biologico. Quindi è molto importante che non ci sia contaminazione tra materie prime bio e non, durante la produzione.
I costi elevati
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Il costo maggiore per la produzione di queste birre deriva soprattutto dalle coltivazioni dei prodotti agricoli, per l’assenza di sostanze chimiche che abbassa di molto la produttività. A queste spese bisogna inoltre aggiungere quelle per le certificazioni e per il rigoroso regime di pulizia da mettere in atto.
Il consumatore d’altra parte deve essere disposto ad acquistare una birra che costa di più rispetto alle altre, oltre a dover accettare una minore standardizzazione del gusto. Questo è dovuto principalmente alle potenziali incostanze nelle coltivazioni da agricoltura biologica, che possono influire in modo anche molto importante nella caratterizzazione del gusto.