Da domani inizio a mangiare meglio e fare palestra! Quanti di voi lo hanno ripetuto più volte senza mantenere la parola?!
Negli articoli precedenti abbiamo affrontato molti aspetti del mondo vegan, a partire dall’etica morale, alla coerenza, alla salute… fino a dare qualche indicazione su dove trovare diversi nutrienti.
Questo articolo è rivolto in particolare a chi ha la volontà di cambiare abitudini alimentari e quindi mangiare meglio, ma non ci riesce o ha paura di riuscirci.
Ma non solo: è rivolto anche a tutti coloro che vorrebbero cambiare un’abitudine, un vizio. O adottare un nuovo stile di vita, come fare palestra, ma per qualche oscura ragione, il cambiamento non avviene. E il tempo passa indifferente!
Da domani inizio a mangiare meglio e fare palestra… Ma non lo faccio!
“Ho saputo che la carne fa male ma quando la vedo non resisto.” oppure “Da domani smetto di fumare… Da domani inizio la dieta… Da domani mi segno in palestra.”
Gli esempi possibili sono infiniti, perché ognuno di noi ha tanti buoni propositi, tanti obbiettivi, tanti sogni.
E’ inutile riversare frustrazioni su nuovi vestiti o macchine. Quello che vogliamo in fondo, è in genere molto semplice.
I 5 bisogni primari di Maslow ne sono un buon esempio, anche se non completo:
- fisici,
- di sicurezza,
- sociali,
- di stima,
- di auto-realizzazione.
Soddisfare tali bisogni è meraviglioso e appagante, e non ci priva della voglia di migliorare e di conoscere. Ma torniamo alle nostre abitudini radicate.
Ci sono persone che cambiano facilmente e altre che non cambiano mai. Ma ciò che conta è definire un obbiettivo e soprattutto un percorso. Riuscire a seguirlo può essere facilitato adottando un metodo.
I metodi possono essere diversi a seconda delle esigenze ma hanno il fine comune di informare l’inconscio sui nuovi buoni propositi, così che quest’ultimo collabori invece che sabotarci.
Se ho paura del criceto, anche se razionalmente so che è innocuo, è perché una parte di me ha cristallizzato tale convinzione in un episodio in cui per accarezzarne uno mi sono sbilanciato e ho battuto la testa.
Il sabotatore interiore: dobbiamo riconoscere quando è giusto liberarsene.
Aver paura di superare i 200 km/h sembra una sana inibizione. Ma aver paura di risolvere un problema prima di altri, o essere più sveglio di un professore, più forte di un papà, o non raggiungere un obbiettivo per la paura del cambiamento… sono impedimenti che a volte non hanno ragione di esistere. La coscienza ha il potere di cambiare noi stessi e il mondo.
Alcuni suggerimenti:
- Se vuoi smettere di mangiare un alimento, assicurati in primis che ogni parte di te sia d’accordo nella scelta.
- Poi fissa una data per smettere di mangiarlo… ma senza forzature. Quindi continuando a mangiarlo tutte le volte che ne hai voglia, senza rimpianto. Senza credere di aver infranto il piano, ma, al tempo stesso, senza perdere di vista l’obbiettivo.
- Finché la nuova abitudine non sarà consolidata nell’inconscio e finché non ci saremo disintossicati dalla vecchia abitudine assecondiamo i nostri istinti (anche perché sarebbe una battaglia impari!).
- In seguito, fare palestra, essere cordiali, essere vegan, mangiare meglio, ecc, sarà la cosa più naturale del mondo.
Per arrivare a ciò, può essere utile usare degli “strumenti” come PSYCH-K, EFT, One Brain che facilitano la transizione.
Iniziare a mangiare meglio e fare palestra con l’aiuto di un metodo…
Di grande efficacia è anche un metodo, con il quale ogni scelta si sottopone a una sorta di patto con se stessi, grazie al quale non si avrà la minima voglia di sabotare l’obbiettivo. Tale metodo si basa sulla consapevolezza che se qualcosa non si deve fare è molto probabile che, dopo sfide distruttive tra volontà e istinto, si cada nel tranello di farla. Se invece qualcosa non si può fare, non si prenderà neanche in considerazione l’idea di trasgredire.
Ma, ripeto, il primo passo è scegliere da che parte andare.
Non è scontato che la strada più facile sia quella giusta, ne che l’assenza di scelta non sia in realtà una “scelta” basata sulla paura. Ma ciò è facile da intuire! Più difficile è invece l’astensione dal giudizio di fronte a scelte altrui, o addirittura nostre.
Il supporto di un counselor.
Un counselor non può consigliare a chicchessia di diventare vegan o di cambiare lavoro. Può invece dare una consulenza su quali scenari si potrebbero presentare, sul parere della scienza in merito a determinate scelte alimentari o non. Può essere d’aiuto nel riordinare i propri pensieri, stati d’animo, vissuti emotivi ecc, cosicché sarà la persona stessa a poter scegliere le strade migliori verso l’auto-realizzazione.
Il counselor sarà quindi come un amico con cui parlare, con la differenza che non risponderà ne “ma magna tutto, che te frega!” e ne “devi smettere di fumare perché fa male”. Ma piuttosto, dopo aver ascoltato con massima empatia, esponendo dati concreti e ipotesi future basate su abitudini attuali o eventuali, accompagnerà il cliente/amico nella scelta di qualsiasi strada esso ritenga opportuno intraprendere per raggiungere un nuovo stile di vita.
Gianni Galadini
Naturopata – Counselor – Mental Coach