Il Trono di Spade. Cosa offrire da bere ai personaggi di Game of Thrones.
Distribuita dalla HBO, Game of Thrones – Il Trono di Spade in Italia -, la serie televisiva portata sui piccoli schermi da David Benioff e D.B. Weiss, dà vita a Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, il mondo immaginario tracciato dalla penna di George R. R. Martin.
La forza de Il Trono di Spade è nella cura maniacale dei più piccoli dettagli: basti pensare alla creazione della lingua Dothraki, con più di tremila nuovi vocaboli. Costumi, scene, regni, armi, ambientazioni, senza tralasciare i dialoghi, ne fanno un’opera artaudiana, in cui i personaggi, anche quelli principali, sono sottoposti alla crudeltà degli avvenimenti e della vita, senza risparmiarli dall’essere squartati o decapitati. Girata tra Islanda, Croazia, Irlanda, Spagna e Marocco, Il Trono di Spade consegue diversi record, primo fra tutti i costi stellari: la sesta stagione vanta più di dieci milioni di dollari ad episodio, per un costo complessivo di 100 milioni di dollari. Mille e centoventotto chilometri di pellicola solo per quest’ultima stagione. Più di quattordici milioni di persone hanno scaricato la quinta stagione in maniera illegale. Un cult.
E visto che i protagonisti di The Game of Thrones sbranano, spezzano, trombano e, oltre a mangiare, bevono come spugne disidratate nel deserto del Sahara, s’è sentita la necessità -impellente per gli psicodipendenti come me di questa serie- di trovare una connessione tra i personaggi de il Trono di Spade e quello che berrebbero quotidianamente nel nostro mondo (attenzione: non ciò che bevono realmente nella serie!).
Insomma, qualcuno chiederà: “Ma ce n’era proprio bisogno?”. E in effetti no, non ce n’era alcun bisogno. Per questo l’ho fatto! In definitiva altro inchiostro rubato alle seppie.
Quindi iniziamo.
Cersei Lannister, LA Regina. La donna più bella dei Sette Regni. Feroce, incestuosa, attraente e letale. Personifica più di altri l’araldica della sua casata: il Leone. Tiene così ossessivamente alla poltrona da regina, da ricordare i governanti dei nostri tempi. Forte e vendicativa, non gliene passa una, pur non perdendo nel suo incedere, l’ingente regalità che sembra profusa per divina concessione. Tutto ciò che fa è inopinabile e inoppugnabile. Cercare di ostacolarla o ostracizzarla equivale a voler fermare uno tsunami con un castello di sabbia. Disprezza visceralmente il fratello Tyrion. Allo stesso modo difende i suoi figli come una leonessa, anche se sarà questa sua intemperanza a bollare i loro sudari.
Cersei impersona il prototipo di suocera perfetta: chiedete pure a Margaery Tyrell… ops! Troppo tardi! Le sue debolezze? Il rapporto d’amore e sesso col fratello Jaime : “Jaime e io siamo ben più che fratello e sorella: noi siamo la medesima persona in due corpi diversi. E quando lui è dentro di me, io mi sento… completa”. E poi l’alcool. Cersei beve vino rosso di regale manifattura come se fosse l’acqua del sindaco. Visto il suo coinvolgimento verso gli effetti del bere, i suoi vini dovranno avere come forza motrice l’alcool, oltre ad una morbidezza che non renderà il cibo necessario. Cersei opterà per Amarone e Primitivo di alto lignaggio e, la sera, per rievocare la sua anima più intrinseca, le farà compagnia un Bloody Margaery…ari-ops…un Bloody Mary.
Petyr Baelish. Viene dal Promontorio delle Dita. Questo, unito alla bassa statura, gli costerà il nickname Ditocorto. Il suo ruolo è quello che ad oggi chiameremmo tesoriere. Maestro del Conio dei Sette Regni, Ditocorto è il classico arrivista-carrierista. Sagace, scaltro, machiavellico, è dedito a intrighi e complotti. La sua è una casata di basso lignaggio rispetto ai partecipanti al Concilio Ristretto; ma questa futile valutazione nei confronti delle sue origini, sarà un’ulteriore vantaggio per raggiungere i suoi scopi. Per questi arriverà ad astenersi da tutto, anche dal sesso, nonostante sia un gestore di bordelli. Petyr sembra non tener conto di alcun sentimento verso nessuno; uccide -anzi fa uccidere- in maniera infida, tra veleno e tradimenti. Ama i duelli lessicali, nei quali o vince o pareggia.
La brama dell’escalation sociale sembra non finire mai per Petyr Baelish. Incarna il motto “mi sono fatto da solo”, ma certo con metodi tutt’altro che ortodossi. Ditocorto beve ovviamente uno o due litri di Acqua di Nepi al giorno, per mantenere la forma e il controllo a cui l’alcool non gioverebbe. Ma per sottolineare lo status sociale raggiunto e quello da raggiungere Petyr potrebbe bere, anzi tenere in mano, un flute di Champagne ben dosato e lontano chilometri dalle sensazioni dure dei dosage zero che, se entrassero casualmente in bocca, gli evocherebbero un passato di certo poco fasto.
Jon Snow. Semplice, bello, appena un filo dark. E’ il figlio illegittimo di casa Stark: Snow è infatti l’appellativo che sostituisce il cognome ufficiale a Grande Inverno. Volgarmente sarà chiamato più volte bastardo durante tutta la saga. E in effetti un po’ del bastardo ce l’ha davvero. Ma il bastardino quello dolce, carino, che butta tanta tenerezza. Tutti, ma soprattutto tutte, parteggiano per lui. Ha fatto innamorare eserciti di donne. Ha fatto spogliare interi monasteri di suore cistercensi di clausura. E’ il sempre corretto e a modo, comunque e ovunque. Il giusto, inzuppato di senso di giustizia. Anche di fronte alla follia sadica dell’usurpatore Ramsay Bolton, al cospetto del discorso che precede l’epica e sanguinosa Battaglia dei Bastardi, Jon Snow riesce a mantenere il suo sguardo da cucciolo abbandonato sulla A1.
Cosa beve uno così? Prima di tutto, oltre ad un latte caldo macchiato, beve se deve; perché la situazione lo richiede o per non mancare di rispetto a chi lo accompagna. Jon Snow passerebbe dal prosecchino -e si, non ho detto prosecco- nelle situazioni più formali, ad un vittoriano Black Velvet, perché la Stout unita allo Champagne, fa tanto miseria e nobiltà… Insomma, bastardo e Re -del Nord- insieme. Anche se la bevanda segreta tra le mura del castello resta un bel Tè verde Matcha biologico, preferibilmente equo e solidale.
Daenerys Targaryen. Nata dalla tempesta. Prima del suo nome. La non bruciata. Madre dei draghi e distruttrice di catene. E giuro, è solo una piccola porzione “dell’annuciazione” che la precede prima di ogni comparsa in pubblico -per farla tutta avrei dovuto fare un cantico a parte.
E’ la Che Guevara del Trono di Spade. Il rapporto con gli uomini non è stato dei migliori agli inizi: il padre Aerys II, detto il Re Folle, è morto gridando: “Bruciateli tutti!”; il fratello è un iracondo, psicolabile egolatra che la tortura psicologicamente e la punisce fisicamente, oltre ad usarla come merce di scambio con Drogo, Khal dei Dothraki -ma vista la strafigaggine che contraddistingue il soggetto, diciamo che proprio male non le è andata-. E’ proprio grazie a quest’ultimo che Daenerys emanciperà il suo spirito insurgente con coraggio e forza.
Tra le scene più eclatanti, che la consegneranno agli annali de Il Trono di Spade, c’è l’uscita indenne dal rogo con i tre piccoli draghi, la liberazione degli Immacolati e il lancio dei collari spezzati degli schiavi. https://youtu.be/Cze5A4iyQGk. Il suo obiettivo? Riconquistare il Trono di Spade, liberare tutti gli schiavi e sottomettere i dominatori. E difficilmente seguirà i consigli, seppur buoni, se tenderanno ad allontanarla dai suoi scopi. Capirete che…
Daenerys è dura, pura e attraente. I lineamenti dolci rivelano un carattere compassionevole, celandone il lato spietato. La Madre dei Draghi non può bere altro che l’acqua di fuoco. In una versione più moderna la ricollocheremmo al Moonshine, il Whisky clandestino e antiproibizionista degli Stati Uniti. D’altronde il nome è lo stesso con cui la chiamava il suo Khal Drogo: Chiarore di Luna. Anche se, versioni “extra naturali” di un Nerello Mascalese dell’Etna o molte Falanghina dei Campi Flegrei, non so perché, ma potrebbero suscitare il suo interesse “vulcanico”!
E qui si apre una sorta di incanto per altri papabili personaggi da associare ad un abbinamento. Ecco, se lo desiderate, votateli voi!
di Raffaele Marini