Alimentazione correttaLa legge contro lo spreco alimentare

La legge contro lo spreco alimentare

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Dal 2016 è in vigore in Italia la legge Gadda 166/2016, una legge importante che adegua l’Italia agli altri stati europei, ad oggi più avanti in merito di politiche antispreco nel campo alimentare.

La legge prevede interventi per la riduzione degli sprechi nelle fasi di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione di prodotti alimentari in surplus, attraverso sgravi fiscali per chi li recupera e/o dona ai fini di solidarietà sociale; sono previste agevolazioni per chi contribuisce alla limitazione degli impatti negativi sull’ambiente e sulle risorse naturali con azioni volte a ridurre la produzione di rifiuti e a promuovere il riuso e il riciclo dei prodotti.

Legge Gadda 166/2016

La legge Gadda 166/2016 si inserisce in un contesto internazionale nel quale la riduzione dello spreco degli alimenti è finalmente un obiettivo sia a livello europeo (dimezzare entro il 2025 lo spreco alimentare ed entro il 2030 i rifiuti alimentari a livello di vendita al dettaglio e dei consumatori) sia a livello mondiale, secondo l’Obiettivo di sviluppo sostenibile 12.3 dell’ONU.

In Italia, nel 2003 la legge del Buon Samaritano aveva equiparato al consumatore finale le Onlus, che effettuano, a fini di beneficenza, la distribuzione gratuita di prodotti alimentari agli indigenti. Ci sono stati degli interventi legislativi che hanno regolamentato il complesso processo delle donazioni, lasciando però ampio spazio alle interpretazioni. Il testo normativo della legge Gadda fa chiarezza, in parte, sulla questione dello spreco alimentare, prevede:

  • Un quadro regolamentare omogeneo in materia igienico-sanitaria;
  • Procedure standardizzate;
  • Semplificazione burocratica e fiscale;
  • Incentivi per i soggetti donatori, garantendo ad attività commerciali e produttive uno sconto sulla tassa dei rifiuti proporzionale alla quantità di cibo donato;
  • Allargamento della platea dei possibili soggetti, pubblici e privati, autorizzati ad effettuare le distribuzioni gratuite e delle categorie dei prodotti che possono essere ceduti gratuitamente agli indigenti (ivi compreso il cibo confiscato da attività criminali o frutto di pesca e caccia illegali).

Dopo un percorso che ha coinvolto tutti gli attori del processo di recupero e ridistribuzione delle eccedenze alimentari, la legge Gadda non solo renderà più organico l’attuale quadro normativo italiano ma lo semplificherà, aggiornerà e amplierà a più soggetti del terzo settore a favore delle persone più povere del nostro paese. In breve la legge prevede:

  • Creazione di un quadro normativo all’interno del quale inserire le norme già esistenti in tema di agevolazioni fiscali (L. 460/97, L. 133/99), la responsabilità civile (L. 155/03) e procedure per la sicurezza igienico-sanitaria (L. 147/13);
  • Definizione chiara di operatore settore alimentare, soggetti cedenti, eccedenze alimentari, spreco alimentare, donazione, termine minimo di conservazione e data di scadenza, ecc.;
  • Possibilità per le autorità di donare gli alimenti oggetto di confisca alle organizzazioni non profit;
  • Agevolazioni amministrative per i donatori attraverso la semplificazione delle procedure di donazione rispetto alla distruzione;
  • Incentivazione del valore prioritario del recupero di alimenti per il consumo umano per evitare la distruzione; qualora non possibile l’utilizzo umano valorizza il recupero per uso zootecnico o energetico;
  • Riconoscimento del Tavolo Coordinamento del MIPAAF per la consultazione di tutti i soggetti coinvolti nella lotta allo spreco e alla povertà alimentare; aumento di 2 milioni di euro della dotazione 2016 del Fondo Nazionale per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti, per l’acquisto di alimenti da destinare agli indigenti;
  • Programmazione di campagne di comunicazione sui canali RAI per favorire le donazioni da parte delle aziende e sensibilizzare i consumatori sul tema dello spreco;
  • Incoraggiamento dei rapporti con il mondo agricolo per la raccolta in campo;
  • Introduzione della possibilità per i comuni di incentivare chi dona alle organizzazioni non profit con una riduzione della tassa dei rifiuti.

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