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Il menu dei doppi sensi, buono e divertente da gustare in compagnia

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Vuoi organizzare una cena divertente e buona tra parenti ed amici e non hai idee? Cerchi qualcosa di originale ma dai gusti semplici e popolari? Prova a prendere spunto dal nostro menu dei doppi sensi.

Abbiamo realizzato un menu completo di tutte le portate e delle bevande da servire ad amici e parenti per provare a gustare qualcosa di nuovo e buono con un unico filo conduttore il sesso e la sussualità.

Prendersi troppo sul serio a volte non è salutare, due risate tra una portata e l’altra in compagnia di amici e parenti può divenatre un vero toccasana.

Il menu dei doppi sensi:

Da bere

Nero di Troia: è un vitigno autoctono della Puglia, e dà il nome a vini prodotti da diverse etichette. Il suo nome può essere collegato con la città pugliese di Troia, oppure con la leggenda dello sbarco sulle rive del fiume Ofanto dell’eroe greco Diomede, reduce dalla guerra di Troia, che portò con sè alcuni vitigni della propria terra. In effetti, gli studi sui vitigni hanno confermato la provenienza dall’Adriatico orientale. Dunque, si tratta solo di un’assonanza con la parola troia (con la t minuscola). La sua uva ha una buccia spessa particolarmente ricca di polifenoli e dal moderato potenziale zuccherino; dà origine a vini con profumi floreali (sentori di viola impreziositi da sfumature speziate).

Vino rosso Nero di Troia
Vino rosso Nero di Troia

Passerina: è un vitigno diffuso nelle Marche, in Abruzzo, in Emilia Romagna e nel Lazio. Il suo nome deriva dalle piccole dimensioni degli acini e dal fatto che i passeri hanno una particolare predilezione per le sue uve, caratterizzate da una polpa gustosa.  Ma la passera evoca ben altro, e diversi produttori hanno giocato sul doppio senso.

Vino bianco Passerina
Vino bianco Passerina

Birra Minchia dal 1980. E’ prodotta, ovviamente, in Sicilia, e precisamente a Messina, con lo slogan: “Vera, come noi siciliani”. Un riferimento alla schiettezza che esprimono le parolacce. La bevanda è disponibile in 3 varianti: bionda, rossa e… tosta (doppio malto).

Birra Minchia
Birra Minchia

Antipasto

Cazzimperio:  è una salsa a crudo, diffusa a Roma, fatta con olio d’oliva, sale e pepe, in cui si possono intingere ortaggi crudi (sedano, carote, carciofi). Insomma, il celebre pinzimonio: ma che c’entra l’organo sessuale maschile? In realtà nulla: è solo un’assonanza, dato che il termine deriva da cazza (mestolo), che peraltro è una delle possibili etimologie del termine cazzo. Lo stesso ragionamento vale per un piatto di verze e maiale della tradizione lombarda, la cazzuola (cassoeula): anche in questo caso il termine evoca il mestolo.

Cazzimperio
Cazzimperio

Cazzilli di patate. Sono un piatto della cucina palermitana, e si gustano solitamente insieme a pane e panelle (frittelle di farina di ceci): un tipico piatto da “strada”. I cazzilli (così chiamati per la loro forma fallica) sono crocchette: purea di patate bollite e schiacciate, condite con sale, pepe, prezzemolo, foglioline di mentuccia fresca e un pizzico d’aglio tritato; il composto viene amalgamato e ridotto in piccoli tocchi, e poi fritto in un padellone colmo d’olio bollente.

Cazzilli di papate
Cazzilli di papate

Coglioni di mulo: questo insaccato (un salame di maiale con un cilindro compatto di lardo) è originario della zona di Campotosto (Abruzzo), e il nome ha un’origine simile alla precedente: la forma ricorda i grossi testicoli di un mulo. E’ noto anche come “mortadella di Campotosto” e ha oltre 500 anni di storia.

Coglioni di mulo
Coglioni di mulo

Primo

Spaghetti alla puttanesca:  è un piatto napoletano, detto anche “aulive e cchjapparielle” (olive e capperi). Gli spaghetti sono preparati con un sugo a base di pomodoro, olio d’oliva, aglio, olive nere di Gaeta, capperi e origano. Esiste anche una variante laziale con l’aggiunta di acciughe sotto sale. Sull’origine del nome, tante congetture e nessuna certezza: vista l’estrema semplicità e povertà del piatto, forse era davvero diffuso nei bordelli.

Spagetti alla puttanesca
Spagetti alla puttanesca

Secondo

Pollu cusutu ‘nculu (pollo cucito nel culo): è un piatto tipico della zona di Copertino (Lecce). Ed è diventato celebre grazie a una canzone trash di Checco Zalone, che l’ha usato per fare una parodia dello stile musicale dei Negramaro: trovate il video alla fine di questo articolo. Qui la ricetta: è un pollo ripieno, che è insaporito col peperoncino. Si prende un pollo, lo si priva delle interiora che vengono rosolate in olio con aglio, cipolla e prezzemolo, con l’aggiunta di vino, capperi e pomodorini. Alle interiora cotte si aggiungono pane bagnato, formaggio e uova intere. Il composto è infilato dalla parte posteriore del volatile, che poi viene cucita con filo di cotone. Il pollo viene cotto in padella a fuoco basso per un’ora e mezza, aggiungendo cipolla, pomodori e vino bianco.

Pollu cusutu nculu
Pollu cusutu nculu

Contorno

Grattaculi: sono i tanni, spighette che nascono sopra le piante delle zucchine. Di queste piante vengono presi i tanni più teneri, formati da foglie, rametti cavi e steli cui sono ancora attaccati fiori in boccio e zucchine di varie dimensioni. Hanno ha un sapore deciso e amaro, esaltato dalla cottura con olio ed aglio. Sono diffusi nel Lazio e ribattezzati con l’appellativo di grattaculi per evocare il fastidio che possono dare al deretano di chi si china a raccoglierli.

Grattaculi
Grattaculi

Dolce

Tette di vergine (minni di virgini): sono un dolce tradizionale di Sambuca di Sicilia (Agrigento), fatto di pasta frolla e con un ripieno di crema di latte,zuccata, scaglie di cioccolato e cannella. Le minni – strano a dirsi – sono nate nei conventi delle suore di clausura: non hanno intenti erotici, perché con tutta probabilità ricordano il martirio di Sant’Agata, siciliana uccisa nel 251. Non volendo rinnegare la fede cristiana, Agata fu imprigionata e le fu strappato il seno con le tenaglie, tanto che spesso è raffigurata coi i seni recisi deposti su un piatto.

Tette di vergini
Tette di vergini

Frutta

Poppa di Venere: è una varietà antica di pesca, d’origine italiana. Il  frutto è grosso e tondeggiante e appuntito sul fondo: proprio per questo ricorda un capezzolo. Il frutto ha polpa bianca con venature rosse al nocciolo è molto succos e profumatissima. Matura nella prima quindicina di settembre e si conserva solo per breve tempo.

Pesca poppa di venere
Pesca poppa di venere

Caffè

Sul caffè siamo ancora indecisi, se conoscete brand di caffè da inserire nel menù, o altri piatti che possano sostituire o accompagnare i nostri, scriveteci a info@cudriec.com e saremo felici di pubblicare idee e suggerimenti nell’articolo con la vostra firma in calce.

Bene, non rimane che augurarvi un sincero “in culo alla balena” per il successo della cena ed una felice serata, buon appetito!!!

Vota il tuo preferito tra le portate del menu che hai appena letto e scopri i gusti degli altri lettori.

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