L’errore che si commette di solito quando si diventa vegani è quello di decidere che non è giusto mangiare gli animali. Ma ne siamo veramente convinti?
Facendo seguito al mio primo racconto “Diario di un vegano: I VEGANI NON POSSONO ENTRARE“, oggi vorrei affrontare con voi lettori un’altra sfaccettatura dell’essere vegano.
Qualche anno fa, il bene che provavo per gli animali era lo stesso di oggi. Se potevo aiutarne qualcuno lo facevo, ma continuavo a mangiarli con piacere. E stavo bene con me stesso.
Non è giusto mangiare gli animali. E chi lo dice!?
Oggi non mi prolungo spiegando quanti vegetali, acqua e terra occorrono per far crescere un chilo di carne. O quanti benefici possiamo ricavare da una dieta vegana. Né quanto meno affronterò la piaga etica del trattamento “animale” negli allevamenti.
Racconto soltanto un piccolo fatto di qualche giorno fa:
mi trovavo al supermercato, in coda per pagare. Un gentile signore mi ha fatto passare avanti. Era un uomo sulla cinquantina, con un figlio di circa 8 anni e un bel carrello pieno. Parlava con un signore della fila accanto, di un cagnolino che aveva trovato e salvato dalla strada. Il figlio lo ammirava con orgoglio. Intanto, però, sistemava sul nastro della cassa scatolette di tonno, formaggio, cosci di pollo e soprattutto crocchette e carne in scatola per cani.
Non è giusto mangiare gli animali se si vuole essere coerenti!
Da quando sono vegano, questo tipo di incoerenza mi salta all’occhio facilmente. Trovo assurdo salvare un animale per poi cibarlo di altri animali che per lui hanno dovuto vivere in gabbia.
Ma ciò su cui mi sono soffermato è la bontà d’animo di quel signore, che in qualche modo rappresenta l’uomo odierno.
Di fronte ai nostri figli, tutti vorremmo dare il giusto esempio. Ma ogni volta che non riusciamo a trasmettere coerenza, falliamo. A quell’uomo vorrei dire che, a prescindere se sia giusto o meno mangiare gli animali, ha fallito. Mi auguro che lo capisca prima lui che il figlio.
L’essere padre mi ha reso critico rispetto tutto ciò che fino a prima consideravo normalità, e mi ha permesso di iniziare un percorso che spero non finisca mai.
Gianni Galadini
Naturopata – Counselor – Mental Coach