Tornate a casa, terribilmente affamati impazienti di addentare qualcosa. Vi preparate uno spuntino delizioso e quando state per dare il primo morso…cade a terra. E allora scatta la domanda: lo mangio o non lo mangio? Mi affido alla “regola dei 5 secondi” o no? Sembrano domande banali ma intorno ad esse si sono sviluppati numerose ricerche scientifiche, che smentiscono la popolare regola. Eppure, in certe circostanze…
Le ricerche scientifiche e la regola dei 5 secondi
Negli anni, al riguardo, si è diffusa una sorta di legge non scritta: la regola dei 5 secondi. Ovvero, se si raccoglie il panino da terra entro 5 secondi, i batteri non hanno avuto tempo di contaminarlo ed è quindi ancora buono.
La questione ha interessato molti studi scientifici che alla fine smentiscono questa regola, nonostante siano da considerare delle particolari circostanze che la potrebbero rendere valida.
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Anthony Hilton, titolare della cattedra di microbiologia all’università di Aston, ha condotto uno studio in merito, realizzato utilizzando diversi tipi di cibo a contatto con batteri come l’Escherichia coli o lo stafilococco. Quanto pubblicato dai ricercatori inglesi confermerebbe la validità della “regola dei cinque secondi”, ma con dei motivi diversi da quello che si potrebbe pensare e, ovviamente, considerando le varianti del caso.
Il fattore da considerare non è solo quello del tempo di contatto tra il cibo e la superficie, ma anche dal tipo di batteri presenti. Alcuni hanno maggiore facilità ad aderire a certe superfici e viceversa. Inoltre i batteri si differenziano anche per la loro longevità: la salmonella, ad esempio, è molto pericolosa anche perché può vivere fino a un mese. I risultati dello studio britannico, comunque, sono sorprendenti: non avremmo mai pensato che i tappeti sono meno pericolosi di superfici lisce come marmo o parquet!
La regola dei 5 secondi è valida?
A questo punto viene da chiedersi: possiamo davvero mangiare il cibo che cade per terra, se rispettiamo la ‘regola dei cinque secondi’?
La maggior parte dei ricercatori spagnoli, riportati da El Pais, predicano il buonsenso: «I pavimenti delle case e degli uffici sono abbastanza puliti, quindi si può. La saliva e l’acido cloridrico che interviene nella deglutizione sono i primi antibatterici presenti nel nostro apparato digerente, poi ce ne sono altri. Se invece il cibo cade per strada o sulla terra, evitate assolutamente di mangiarlo anche riprendendolo in meno di cinque secondi». Infine, l’atto istintivo e naturale di soffiare sul cibo caduto e raccolto è, contrariamente a quanto si possa pensare, un’azione molto utile: «Toglie almeno un po’ di polvere e sporcizia, che non fa mai male».
Insomma, ricapitoliamo: se un cibo secco e duro, come una caramella o una barretta di cioccolato, cade su un pavimento liscio e non troppo sporco, la si raccoglie entro 5 secondi, ed ho un buon sistema immunitario, allora posso raccoglierlo e mangiarlo anche senza risciacquarlo. O meglio, avrò un’alta probabilità di non contrarre alcuna infezione, ma non la certezza assoluta. Quindi nel dubbio, meglio buttare!