Una goccia dal colore ambrato capace di conferire al palato sensazioni indescrivibili, sia per il gusto che sprigiona in bocca che per la particolare consistenza. Il miele, uno degli alimenti più amati fin dall’infanzia, è anche uno tra gli alimenti più ricercati fin dalla preistoria, quando rappresentava l’unico alimento zuccherino concentrato disponibile. Già 4 mila anni fa gli Egizi conoscevano l’arte dell’apicoltura, i Sumeri invece lo utilizzavano nel campo della cosmesi per impastare creme a base di argilla, mentre i greci lo davano in dono agli Dei. Più tardi in epoca romana, il miele è stato apprezzato per le funzioni per le quali ancora oggi lo conosciamo: dolcificare e conservare.
Il miele, fiore all’occhiello del nostro Paese
La produzione, fiore all’occhiello del nostro Paese e risultato della passione degli apicoltori nostrani per la natura e il mondo delle api, è diffusa in tutta Italia. Anche in questo caso, come normalmente avviene per i prodotti agricoli, alcuni particolari tipi di miele sono diffusi in specifiche zone. La stagionalità dei fiori incrociata con il territorio indirizza verso una produzione piuttosto che verso un’altra. In realtà sono veramente numerosissimi i tipi di miele che si trovano in commercio. Oggi ci occuperemo però di un “nettare degli Dei” molto particolare, prodotto in Piemonte nella rinomata zona del Monferrato tra verdi pascoli, colline dolci e meravigliosi boschi.
“Dada miele”
Il viaggio, che i 200 alveari dell’azienda “Dada miele” fanno durante i vari cicli stagionali, prende il via verso la fine dell’inverno a notte fonda dalle pianure del Canavese. Acacia, Tarassaco e Mille fiori sono le prime fioriture nell’anno che danno poi vita alle rispettive qualità di miele. Durante la stagione primaverile, una volta terminato di raccogliere il Mille fiori, le api si trasferiscono nelle Valli di Lanzo, dove le arnie vengono posizionate in una vasta zona compresa tra gli 800 e i 1900 metri di altitudine per la produzione del miele di montagna. I pascoli del Colombardo, un valico a 1.888 meri di altitudine sulle Alpi Graie in provincia di Torino, sono il luogo ideale in cui trovare i Mille fiori di montagna e il rododendro scelti, nel caso di “Dada miele”, quali presidi slow food.
Il miele di castagno viene invece prodotto in Valle Orco, situata poco lontano dal famoso Parco del Gran Paradiso, e dopo aver raccolto quest’ ultima fioritura le arnie tornano nel Monferrato per la produzione della “mielata di bosco” che è l’ultima dell’anno e si ottiene nel mese di agosto. Ad ogni spostamento gli insetti si inseriscono all’interno di un particolare ecosistema e necessitano di circa 1 giorno per ambientarsi, infatti l’apicoltura è “un’agricoltura” senza terra: gli alveari vengono lasciati sui pascoli o su un fondo utilizzato generalmente per altri allevamenti. A settembre tutte le famiglie di insetti e i loro alveari tornano nella pianura del Canavese dove passano l’inverno.
Non sarà sfuggito ai palati più attenti che il gusto del miele Mille fiori ogni anno presenta delle piccole differenze e questo è semplicemente frutto di naturali variazioni delle proporzioni tra le fioriture. La qualità e il gusto finale del prodotto non sono però esclusivamente relegati alla natura, ma l’apicoltore ha un ruolo importante all’interno del ciclo produttivo. Lo sviluppo della colonia di alveari va infatti seguito a vista: le famiglie più deboli vanno aiutate, mentre le famiglie forti, che arrivano a contare anche 70 mila elementi in questo periodo dell’anno, vanno alleggerite per scongiurare il rischio di sciamatura, cioè di abbandono dell’alveare. Particolarmente delicato risulta il momento della raccolta, che richiede grande precisione.
Fortunatamente anche nel mondo dell’apicoltura la tecnologia viene in aiuto e gli imprenditori di settore sono sempre informati in via telematica sul peso degli alveari, per poi poter stabilire quale sia il miglior momento per effettuare la raccolta, evitando così la contaminazione del prodotto. Il gusto e la consistenza che però il consumatore trova in un vasetto di crema di miele, totalmente ecologico, creato da “Dada miele” sono frutto di un particolare processo di lavorazione successivo alla naturale cristallizzazione del nettare divino. “In seguito alla avvenuta cristallizzazione del miele all’interno dei secchi di conservazione – racconta Daniele Scala uno dei titolari dell’azienda – Rompiamo il prodotto con l’ausilio di una fresa per poi inserirlo in un miscelatore che lentamente gira per tutta la notte e solo in seguito lo confezioniamo. Otteniamo così una crema di miele che resta cremosa vita natural durante e non cristallizza più”.
Uno sguardo importante all’innovazione quindi, senza mai allontanarsi dai valori e principi del rispetto per l’ambiente che l’azienda esibisce attraverso una particolare attenzione ai materiali riciclabili utilizzati per il packaging. La vena artistica non manca: le etichette delle varie qualità di miele sono infatti un omaggio agli artisti che hanno rappresentato il movimento del dadaismo. Una rappresentazione della cultura del buon cibo portato in tavola con un tocco di raffinatezza…
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