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Ha suscitato scalpore la nomina nel Comitato scientifico anti Xylella, da parte del Presidente pugliese Michele Emiliano, di figure che nulla hanno a che fare con la lotta al pericoloso batterio, come Albano e Renzo Arbore ma anche di docenti universitari che hanno posizioni negazioniste come nel caso di Alessandra Miccoli, esperta di transizione paesaggistica e docente di Geografia Umana presso l’Università del Salento. Miccoli, laureata in Lettere Moderne, in passato si era distinta per le posizioni contrarie all’abbattimento degli olivi affetti dalla batteriosi.

Queste nomine hanno scatenato dure reazioni. “La nomina nel Comitato Tecnico Scientifico di una figura che nulla ha a che vedere con la ricerca scientifica è l’ennesima scelta capestro del Presidente Emiliano.” ha affermato il pentastellato Giuseppe L’Abbate. Secondo Fratelli d’Italia si tratta di un “abbraccio pericoloso di Emiliano ai negazionisti del batterio”. La replica della Presidenza: Miccoli “è dottore di ricerca in gestione dell’ambiente e risorse del territorio con ricerca applicata sulle transizioni paesaggistiche”.

UNA BUONA ANNATA

“Un po’ di meno, ma molto buono. La produzione 2021 del vino Chianti sarà ridotta, a causa della gelata di primavera. Ma la qualità dell’uva è ottima. E ci aspettiamo un vino che può entrare nel novero delle migliori annate”. Lo ha dichiarato il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi, riguardo la vendemmia 2021. “Dopo la gelata – spiega – le prime stime indicavano una riduzione della produzione del 30-40%. Per fortuna, le piante hanno reagito bene e, alla fine, il dato effettivo parla di un calo ma non così importante. Insomma, il danno è minore di quello che pensavamo. Possiamo tirare un piccolo sospiro di sollievo”.

“Ancora però non possiamo festeggiare – aggiunge – Le prossime settimane saranno decisive, specie dal punto di vista climatico. Dobbiamo sperare che comincino le piogge, perché un periodo di perdurante siccità manderebbe le viti in sofferenza, con ricadute negative sulla quantità”. In attesa dell’annata 2021, per il vino Chianti arrivano buone notizie sul fronte delle vendite: a giugno sono cresciute del 15% rispetto allo stesso mese del 2020.

L’ITALIA E’ DOP

L’Italia è leader mondiale nella gastronomia con il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (316) e 526 vini Dop/Igp lungo tutta la Penisola tutelate da generazioni dagli agricoltori. E’ quanto emerge dallo studio elaborato dalla Coldiretti in occasione del Cibus di Parma in riferimento all’importante operazione fatta scattare in tutta Italia dai reparti del Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare con denunce e multe per false informazioni e frodi ai consumatori sulla qualità delle materie prime utilizzate, dalla mozzarella alle nocciole, dal falso Grana alla fontina con una grave danno alle produzioni Dop nazionali sempre più importanti per la ripresa economica dalla pandemia Covid.

Infatti il sistema dell’enogastronomia Made in Italy solo per la “Dop Economy” ha messo segno un valore della produzione di 16,9 miliardi di euro e un export da 9,5 miliardi di euro con il contributo di oltre 180.000 operatori (dati Ismea-Qualivita). Un patrimonio messo a rischio dall’epidemia di falsi e tarocchi con un valore di oltre 100 miliardi di euro del cosiddetto italian sounding nel mondo per effetto della pirateria internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale.

In gioco c’è un patrimonio agroalimentare nazionale che vale 538 miliardi di euro dal campo alla tavola, che offre milioni di posti di lavoro e che nel 2021 si avvia a segnare il record storico delle esportazioni a 50 miliardi dopo i terribili mesi dell’emergenza Covid. Grazie al cibo, l’Italia guida la classifica mondiale del turismo enogastronomico con la ricerca dei prodotti tipici che è diventata un ingrediente irrinunciabile delle vacanze in un Paese come l’Italia.

PIU’ MEMORIA CON OLIO D’OLIVA, PESCE E NOCI 

L’accumulo di ferro nel cervello legato all’età è collegato allo stress ossidativo, alla neurodegenerazione e al declino cognitivo. Alcuni nutrienti possono ridurre la concentrazione di ferro nel cervello in modelli animali, tuttavia, questa associazione non è ben stabilita negli esseri umani. Inoltre, rimane sconosciuto se la nutrizione può moderare gli effetti dell’età sulla concentrazione di ferro nel cervello e/o sulla cognizione.

Ricercatori americani hanno verificato che alcuni cibi possono effettivamente contrastare l’accumulo di ferro nel cervello. L’esperimento è stato condotto su un campione di 73 adulti anziani sani (61-86 anni), controllando diversi fattori come età, sesso, anni di istruzione, forma fisica e assunzione di alcol.

I risultati hanno indicato che l’aumento dell’età era associato a livelli più elevati di concentrazione di ferro nel cervello e prestazioni di memoria di lavoro più poveri. Tuttavia, gli adulti più anziani con alto apporto dietetico di nutrienti comunemente trovati in noci, soia, oli d’oliva e pesce (come la vitamina E, lisina, DHA omega-3 e LA omega-6 PUFA) tendevano ad avere ferro nel cervello inferiore e migliori prestazioni di memoria di lavoro rispetto a quanto previsto per la loro età.

“I nostri risultati suggeriscono che questi nutrienti possono offrire protezione contro l’accumulo di ferro nel cervello e il declino cognitivo negli adulti più anziani”, ha detto Valentinos Zachariou, Ph.D., un ricercatore del Dipartimento di Neuroscienze del Regno Unito e primo autore della pubblicazione.


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