Nel sacramento dell’Unzione degli infermi il gesto che viene compiuto di ungere il malato è radicato nella parabola del “buon samaritano”.
Lo ha sottolineato Papa Francesco ricordando il viaggiatore che nel racconto evangelico “si prende cura dell’uomo sofferente versando sulle sue ferite l’olio”.
“L’olio – ha spiegato – ci fa pensare a quello che viene benedetto dal vescovo ogni anno, nella messa cresimale del Giovedì Santo, proprio in vista dell’Unzione degli infermi”.
“Il vino – invece – è segno dell’amore e della grazia di Cristo che scaturiscono dal dono della Sua vita per noi e che si esprimono in tutta la loro ricchezza nella vita sacramentale della Chiesa”.
Infine, ha continuato Francesco “la persona sofferente viene affidata a un albergatore, affinché possa continuare a prendersi cura di lei, senza badare a spese”. “Questo albergatore – ha assicurato il Papa – è la Chiesa, la comunità cristiana, siamo noi, ai quali ogni giorno il Signore Gesù affida coloro che sono afflitti, nel corpo e nello spirito, perché possiamo continuare a riversare su di loro, senza misura, tutta la Sua misericordia e la Sua salvezza”.
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