Il dottor Walter Willett è uno dei più famosi e apprezzati nutrizionisti contemporanei, ha dedicato la sua carriera allo studio dell’alimentazione e su come influisce sulla nostra salute. In una recente conferenza, il nutrizionista ha evidenziato quanto i benefici di una dieta vegetariana sono stati fortemente sottovalutati.
Quali sono i benefici di una dieta vegetariana?
L’esperto della Harvard University ha così affermato: “Abbiamo appena fatto alcuni calcoli sulla questione di quanto potremmo ridurre la mortalità spostando verso una dieta sana, più vegetale, non necessariamente vegana. Le nostre stime hanno indicato che circa un terzo delle morti premature potrebbero essere prevenute“.
I benefici di una dieta vegetariana
Ricerche recenti hanno dimostrato che le diete vegetariane, sono efficaci nel ridurre il peso e nel mantenere la salute. Tuttavia, lo studio di Willett suggerisce che le cifre degli studi precedenti sottovalutano i benefici di tali diete. Per esempio, l’Office for National Statistics ha suggerito che 141.000 decessi all’anno in Gran Bretagna si potevano prevenire rinunciando alla carne. Mentre la nuova ricerca riporta che circa 200.000 vite potrebbero essere salvate ogni anno nel Regno Unito se gli individui decidessero di rimuovere la carne dalla loro dieta.
Non è stato l’unico ad elogiare il vegetarianismo alla quarta conferenza internazionale vaticana Unite to Cure, dove ha presentato i suoi risultati. Il professor David Jenkins, dell’Università di Toronto, a cui è attribuito lo sviluppo dell’indice glicemico, ha anche elogiato l’effetto che una dieta a base vegetale ha sulla propria salute.
L’indice glicemico è un sistema di valutazione che mostra quanto velocemente ogni alimento influisce sul livello di zucchero nel sangue (glucosio) quando il cibo viene mangiato da solo. Un’unità ampiamente utilizzata nelle guide nutrizionali e gastronomiche.
In uno studio sui gorilla, Jenkins ha scoperto che se i gorilla sono nutriti con l’equivalente di una dieta vegetariana umana, il loro colesterolo scende del 35% in sole due settimane. L’equivalente previsto di un trattamento forte con statine, una classe di farmaci ipolipemizzanti.
“Abbiamo dimostrato che non c’era alcuna differenza tra ciò che ottenevamo con la dieta e ciò che ottenevamo con una statina. Tuttavia, almeno per ora, la dieta da sola non può sostituire cure mediche“. Così ha dichiarato Jenkins.
Anche se non si elimina definitivamente la carne dalla propria alimentazione, basterebbe ridurne l’assunzione per avere notevoli benefici. Questo è quello che emerge dalla ricerca del nutrizionista Willett.
I risultati della ricerca non sono stati ancora sottoposti a revisione paritetica.