La coltivazione del riso occupa una grande fetta dell’economia mondiale, essendo la risorsa alimentare fondamentale per la maggior parte dell’umanità. Il fatto che però il riso debba essere coltivato esclusivamente in acqua dolce pone dei limiti alla sua produzione. Una scoperta interessante arriva dalla Cina che prevede la coltivazione del cereale in acqua salata cambiando quindi la sua intera prospettiva economica.
La risicoltura solo in acqua dolce
La risicoltura, ovvero la coltivazione del riso, è la principale risorsa alimentare dell’umanità, specialmente dell’Asia. Chi più chi meno, in base alle diverse zone climatiche del pianeta, ogni continente (a parte in Antartide) si adopera nella coltivazione del riso. Sono più di tre miliardi le persone che si alimentano con questo cereale e rappresenta la maggiore attività economica mondiale.
Nonostante sia un prodotto che tocca alti livelli di produzione ha un grande difetto che potrebbe compromettere la sua coltivazione. Il riso richiede una grandissima quantità di acqua dolce, un bisogno che molti paesi del mondo non possono sempre soddisfare e che quindi alza anche i prezzi del prodotto.
Intere colture possono essere distrutte dall’aumentare del livello del sale nell’acqua, che va a colpire la fisiologia stessa della pianta destinata quindi a morire. Dalla Cina arriva una scoperta interessante che può ovviare questo problema e per di più aumentare la produzione notevolmente.
La nuova scoperta del riso in acqua salata
Nel paese asiatico il ricercator Yuan Longping (in collaborazione con Saline-Alkali Tolerant Rice Research and Development Centre) ha messo a punto una nuova tipologia di riso in grado di cresce anche nell’acqua salata. Una soluzione che potrebbe sfamare fino a 200 milioni di persone nel mondo.
A Qingdao si sono svolti gli esperimenti nelle acque salmastre del vicino Mar Giallo (come riporta il South China Morning Post).
L’acqua salata, prima di essere utilizzata nella risaia maggiore, è stata diluita e immessa in una risaia improvvisata su una spiaggia.
Secondo le attese si aspettava di raccogliere 4,5 tonnellate di riso per ettaro, ma i risultati sono andati contro le aspettative e sono stati raccolti 9,3 tonnellate di riso per ettaro.
Lo “Yuan Mi”
Questo nuovo riso ha già un nome, “Yuan Mi”, e secondo i suoi creatori potrà essere coltivato sulle vastissime terre desolate della Cina, tutte con un alto grado di salinità e alcalinità. Yuan Longping afferma inoltre che se si sfruttasse anche solo un decimo del totale delle aree coltivabili con queste caratteristiche, si riuscirebbe a incrementare la produzione di riso in Cina del 20%.
La nuova tipologia di riso risulta essere ricco di calcio e altri micronutrienti, inoltre l’elevata salinità è ottimo metodo naturale per sconfiggere i batteri patogeni, rendendo non necessario l’utilizzo di pesticidi per la coltivazione.
Sul mercato lo “Yuan Mi” ha un costo di 6,40 euro al chilo, un prezzo molto più elevato di quello del riso comune. Eppure numerosi sono stati gli ordini dei clienti, un risultato niente male di quello che era partito solo come un esperimento.