Oggigiorno esistono tante varianti, sia nella forma che negli ingredienti che la rendono sia dolce che salata, ma la vera ricetta della pizza di Pasqua della Tuscia è di tradizione millenaria e i viterbesi la consumano nel periodo delle festività pasquali
Pizza di Pasqua della Tuscia, una tradizione millenaria
“Durante il periodo pasquale, nella provincia di Viterbo è di scena la Pizza di Pasqua della Tuscia, un dolce tradizionale, frutto della maratona pasquale delle donne di casa. Una vera settimana di passione, che iniziava, fazzoletto in testa, spazzolone in mano e niente elettrodomestici, con le famose pulizie pasquali. Comprendevano lo spostamento dei pesanti mobili, il lavaggio dei tendaggi e la lucidatura della batteria di pentole di rame utilizzate per la cottura di queste famose pizze di Pasqua. […]
E’ così che Italo Arieti racconta la vera tradizione di una volta sul suo libro “Tuscia a tavola“. Una fantastica raccolta di ricette, curiosità e tradizioni gastronomiche della provincia di Viterbo.
La pizza di Pasqua era pronta per essere gustata durante la tradizionale colazione di Pasqua, assieme ai salumi, alle uova colorate e all’agnellino, soltanto dopo essere stati benedetti. Infatti, “[…] il sacerdote con affianco l’inseparabile chierichetto, muniti di bussola per le offerte in denaro e del canestrino per l’offerta delle uova, iniziava il giro per impartire la benedizione alle case e alle cibarie. Quest’ultime disposte nel tavolo su una bianca tovaglia. […]
Pizza di Pasqua della Tuscia, una tradizione millenaria
Prepariamo ora una speciale pizza di Pasqua secondo la ricetta tradizionale suggerita da Italo Arieti e riportata nel suo libro “Tuscia a tavola”.
Ingredienti:
- 1 kg di farina,
- 6 uova,
- 400 g di zucchero,
- 50 ml di liquori misti da dolce,
- 1 bustina di cannella,
- 90 g di strutto (o burro o olio),
- 1/2 bustina di vaniglia,
- buccia grattugiata di limone e arancia,
- 50 g di lievito di birra
Preparazione:
Si scioglie il lievito di birra in acqua tiepida e si aggiunge a poco a poco circa 250 g di farina, fino a formare una palla molto morbida che va messa a lievitare per alcune ore (circa 12). A lievitazione avvenuta, in un recipiente di coccio abbastanza capiente, si incorporano a questa pasta lievitata tutti gli altri ingredienti (esclusi i liquori). Impastando continuamente con un mestolo, fino ad arrivare alla formazione di una grossa massa di pasta omogenea, di consistenza simile alla pasta del pane.
I liquori vanno aggiunti con molta cautela, facendoli cioè scorrere in piccola quantità lungo il recipiente e mettendoli a contatto con l’impasto sempre protetto da uno strato esterno di farina, per evitare la cosiddetta “cottura della pasta”.
Si prepara allora un tegame a bordo molto alto, ungendolo internamente con lo strutto o burro, e vi si depone all’interno una quantità di pasta tale da raggiungere la metà dell’altezza del tegame.