Ci risiamo, abbiamo sognato, sperato e poi pregato che non ci saremmo ritrovati in un altro lockdown, ma non è stato così.
A marzo, esterrefatti, increduli e impauriti ci siamo, come si dice, rimboccati le maniche e abbiamo affrontato con forza e orgoglio lo sconosciuto che bussava alle nostre porte, ma avanzavamo verso la primavera e il sole, come si sa, fa miracoli: apre i cuori e porta la bonomia!
In prospettiva, oggi, abbiamo il Natale che dovrebbe trainarci verso la serenità, la famiglia ,il ritorno ai valori veri. Ma parlo di un certo Natale… Il Santo Natale che, purtroppo, ha perso da troppo tempo il significato profondo anche per quei Cristiani che si stringono tra loro e si contano fortemente e testardamente abbarbicati alle tradizioni e al Messaggio.
Svuotati ormai della voglia di credere, privi della speranza di un prossimo , migliore futuro, questa volta il grido di dolore si fa sentire nell’urlo munchiano dell’uomo che oltre il futuro, sembra aver perso anche se stesso.
Mi sono chiesta se le reazioni e i comportamenti sono il segnale di una debolezza, di una mollezza di costumi che, nella storia, ha sempre segnato la fine di un popolo, di una cultura.
La civiltà greca, ellenistica, romana ci insegnano questo anche se è vero che a decadenze si sono seguite rinascite anche meravigliose e sempre incredibili. Continuiamo, quindi, a lottare e a cercare il meglio nel quotidiano, nelle piccole cose, fiduciosi che il niente ha, spesso, prodotto il meglio.
La nostra meravigliosa terra italiana, che ha sempre rivelato la sua eccezionalità, che è stata maestra di storia, arte, scienza, filosofia e diritto, è già originale così com’è nella sua struttura fisica, allungata a stivale( ma ve ne rendete conto? …a stivale) in quel lago meraviglioso che è il mare mediterraneo, ricca di coste, di pianure , di montagne e di laghi, in uno straccio di terra piccolissimo rispetto alle grandi potenze europee. Proprio per questa sua originalissima conformazione la nostra meravigliosa Italia ha, da Nord a Sud, una diversità di costume, di comportamenti, di animo che la fanno essere una grande, grandissima nazione.
Questo popolo, proprio nei periodi bui, ha trovato la forza di reagire, di inventare e inventarsi, ha trovato risorse e forza per andare avanti con l’allegria del cuore e con la fantasia che spesso si è tradotta in una meravigliosa realtà.
No, non mi sono allontanata dal tema culinario, ma il tema culinario mi ha fatto riflettere e la ricetta di oggi mi ha fatto andare indietro, sognare e immaginare tempi e situazioni.
Spaghetti con la mollica sfritta e alici
E’ facile preparare un buon piatto se abbiamo le materie prime, ma l’ingegnosità sta nel preparare piatti saporiti con poco o con quasi niente. Questa è una preparazione semplicissima, ma, proprio perché tale merita tutta la nostra attenzione e cura.
Una volta, chissà quando, in un paese del Sud-Italia, quando ancora non c’era il coronavirus, una mamma che non sapeva cosa preparare ai suoi cari per pranzo s’inventò, con il “tanto” poco a sua disposizione, questa semplice e splendida ricetta.
Aveva poca farina e neanche un uovo, aveva delle alici sotto sale che il marito aveva pescato alcuni mesi prima, del pane vecchio e un po’ di olio e peperoncino.
Con la farina, acqua e un ferretto, dette forma ad una specie di fusilli, al posto del formaggio utilizzò la mollica del pane raffermo e fece un buon soffritto con le acciughe, l’aglio e l’olio .
Tutto qui!
Noi proviamo a rifare questo primo piatto, semplice, buono e saporito e…. molto veloce . La pasta migliore sono gli spaghetti che io preferisco più fini.
Ricetta spaghetti con la mollica sfritta e alici, ingredienti
- Aglio
- Olio EVO
- Peperoncino
- Mollica di pane raffermo, NO pangrattato, perché altrimenti viene una poltiglia
- Alici sott’olio.
Ecco il procedimento per preparare la ricetta degli spaghetti con la mollica sfritta e alici: per prima cosa si toglie la mollica dal pane di qualche giorno, si sbriciola a mano o in un tritatutto e si mette con un spicchio di aglio e l’olio in una padella sul fuoco moderato per tostarla. Non ci vuole fretta perché la mollica non deve bruciare ma deve essere dorata. Intanto si gira spesso con una forchetta perché si dori dappertutto e perché l’aglio non bruci (darebbe un sapore amaro e poco gradevole). Quando è dorata al punto giusto si spegne il fuoco e si lascia da parte.
In un altro pentolino si mette abbondante olio, ma proporzionato alla quantità di pasta che dobbiamo cuocere, uno spicchio di aglio, un po’ di peperoncino piccante e si procede come per un qualsiasi aglio e olio.
In una pentola si mette abbondante acqua salata e si cuociono gli spaghetti al dente, conservando un po’ di acqua di cottura.
Si condiscono gli spaghetti con l’aglio( che si deve togliere poi) e olio e poi con una spolverata di mollica sfritta a modo di parmigiano. Se vi appare troppo secca aggiungete l’acqua di cottura lasciata da parte.
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