La cucina è una delle sezioni fiorite a fianco della letteratura potenziale, quella degli “opifici” dell’Oulipo e dell’Oplepo (Opificio di Letteratura Potenziale – www.oplepo.it); non vi si producono prodotti gastronomici né diverse procedure culinarie, bensì assemblaggi, combinazioni il cui nesso non è necessariamente del gusto e dei sapori, ma anche d’altro genere.
Vengono fuori storie gastronomiche e menu caratterizzati esclusivamente da unicità cromatica, da riferimenti letterari o cinematografici, dal rispetto di regole che non hanno a che fare con la cucina ma con la retorica, non con i fornelli ma con la combinatoria, non con i tempi di cottura ma con la metrica, non grammi ma lipogrammi, non crostacei ma acrostici, non pasticci ma bisticci, non glasse ma glosse, non ossibuchi ma ossimòri.
Contrainte du Prisonnier, la soluzione del trucco
La lista proposta la scorsa settimana era caratterizzata da una particolare forma di lipogramma che prende il nome dalla considerazione che il detenuto, nella sua cella, dispone di pochissima carta e potrebbe desiderare di scrivere una lettera quanto più lunga possibile; perciò dovrà stringere al massimo l’interlinea, evitando tutte le lettere che “sporgono” in basso o in alto (b, d, f, g, h, i, l, p, q, t) e utilizzando soltanto le altre: a, c, e, i, m, n, o, r, s, u, v, z (le uniche eccezioni, talora ammesse, riguardano l’uso della i, degli accenti e degli apostrofi).
La lista era questa:
cozze
uova in camicia
caserecce con zucca
mezza manica con verza
arroz messicano
couscous con riso nero cinese
manzo con cacio
carne suina norcina
oca in maionese
cervo conaromi vari
micca con i ceci
cicoria rossa amara
mousse a crema
roccocò
veneziana con saccarina
arance, noci, uva e susine
vino rosso corvo
rosso còrso secco
rosso osco
vino rosé
orzo
amaro
Leggi anche