Il rabarbaro è una pianta spesso utilizzata per gli infusi. Anche se il sapore potrebbe restare un po’ forte, questa pianta è veramente un alleato per il nostro organismo. Ma prima di bere qualche infuso al rabarbaro è opportuno sapere quale siano le reali proprietà, ma anche le controindicazioni!
Il Rabarbaro: la pianta
Il nome “rabarbaro” ha origini greche: con il termine Rha si indicava sia il Volga (fiume che per la prima volta ha accolto la pianta), si pianta. L’uso di questa pianta risale ai tempi dei popoli mongoli e degli ariani, già 1000 anni prima della nascita di Cristo per intenderci. Con l’inizio del commercio con la Cina, anche i popoli Europei hanno iniziato a godere di questa radice barbara. All’epoca era solito mangiare le chips essiccate ricavate dal rizoma del rabarbaro.
La pianta del rabarbaro appartiene alla famiglia delle poligoniaceae. In natura questa pianta si presenta in tutta la sua maestosità, raggiungendo anche i 2 m di altezza. Partendo dalla radice, si presenta con una gran corposità. Il rizoma, infatti, appare molto grande, carnoso e robusto. Da questo rizoma nascono le foglie alla base, la raccolta di questa radice avviene dal secondo anno di vegetazione. Oltre alla radice, ovviamente, questa pianta si sviluppa partendo da una rosetta basale che si presenta con delle grandi foglie. Da questa base di fogliame sporgono alti i gambi solitamente di colore rosso, che terminano con un fiore bisessuato. Il fiore ha una forma simile alle pannocchie di mais, e il suo colore cambia a seconda della varietà di rabarbaro. Solitamente il fiore può apparire di colore giallo, o verde, o rosa, o bianco.
Il rabarbaro è una pianta che è presente su un vasto territorio caratterizzato da climi tipidi della zona euroasiatica. Non è una pianta da coltivazione poiché, di solito, nasce spontaneamente. I luoghi in cui possiamo trovare questa pianta sono quelli meno influenzati dalla mano dell’uomo: luoghi abbastanza umidi, ma da cui poter godere di luce solare diretta, come possono essere le zone incolte a ridosso dei boschi.
Proprietà e controindicazioni del rabarbaro
Il rabarbaro, come tutte le piante che appartengono al genere Ruhum, ha delle proprietà officinali. Questa pianta ha come principio attivo la Reina, una sostanza che insieme ai tanniti e alla fibra e ad altri glucosidi antrachinonici, donano al rabarbaro le proprietà digestive. Ma questa pianta presenta anche altre proprietà: epatoprotettive, purgative, depurative, aperitive, e decongestionati.
Il rabarbaro, però presenta anche delle controindicazioni! Date le potenti capacità lassative e purgative, il rabarbaro potrebbe andare a incidere sull’apparato digestivo più di quanto si dovrebbe. In questo modo si potrebbero andare a creare delle lesioni all’apparato escretore. Sempre per questi motivi ne è sconsigliato l’uso alle donne in gravidanza e ai bambini piccoli. Occorre, in ogni caso, farne un uso limitato e pensato, anche per via della quantità di acido ossalico presente in questa pianta. L’acido ossalico, in quantità elevate potrebbe corrodere le mucose.